Cologno, condannati i 'ras' del quartiere

Nove e otto anni ai due fratelli diventati l’incubo di bar e vicinato

Un'aggressione ripresa dalle telecamere di un bar

Un'aggressione ripresa dalle telecamere di un bar

Cologno Monzese (Milano), 8 novembre 2018 - Una lunga serie di estorsioni, intimidazioni, violenze e atti persecutori. Due fratelli di 41 e 45 anni di Cologno Monzese sono stati condannati dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci. Nove anni e due mesi di reclusione con il rito abbreviato inflitti al più giovane Giampietro Toce e otto anni e otto mesi al fratello Massimiliano. I due erano stati arrestati lo scorso agosto dai carabinieri. Le indagini, coordinate dal pm della Procura di Monza Rosario Ferracane, li avevano identificati come gli autori a vario titolo di poco meno di 25 episodi, commessi dall’estate 2017 fino al giugno 2018.

Tutto era partito da un incendio doloso alla saracinesca di uno dei due bar di Cologno, bersaglio delle loro angherie. Si era scoperto che poche ore prima il quarantunenne aveva minacciato la titolare cinese dicendole «da domani non lavori più». Si era così scoperto che i due fratelli si consideravano i padroni di fatto dei due locali dove erano soliti passare le loro giornate, consumando e quanto gli pareva senza pagare, e minacciando pesantemente o aggredendo gli esercenti che provavano a ribellarsi. Stessa sorte i clienti che provavano a difenderli. Giampietro Toce è anche ritenuto l’autore di minacce e aggressioni nei confronti del direttore e dei dipendenti di una piscina comunale di Cologno, dove l’uomo sarebbe entrato a più riprese (anche in compagnia di parenti e amici) senza pagare l’ingresso (o limitandosi a corrispondere una cifra risibile), il noleggio di ombrelloni e lettini e le consumazioni. Un clima di terrore e intimidazione, con violenze, umiliazioni, che i due fratelli avrebbero imposto anche nella casa di corte dove di fatto abitavano con la madre.

QUI le loro vittime sarebbero state sette anziane vicine, quasi tutte vedove e sole, che, sempre secondo l’accusa, sarebbero state oggetto di quotidiani insulti e minacce, talvolta degenerate in aggressioni e violenze. Massimiliano Toce era accusato anche del furto di un orologio e di alcuni gioielli nell’abitazione di una vicina di casa di 77 anni. Nel giugno scorso, probabilmente per dare sfoggio del loro potere, gli arrestati, dopo avergli ordinato di andarsene, avrebbero anche minacciato e malmenato due operai che, su incarico dell’amministratore dello stabile, si erano recati nella casa di corte per eseguire alcuni lavori.