Direct Line, tregua rotta. Sciopero a Cologno

Nuovo colpo di scena nell'azienda dove in 200 rischiano il posto

Il presidio organizzato dai dipendenti

Il presidio organizzato dai dipendenti

Cologno Monzese (Milano), 10 agosto 2016 - Un incomprensibile passo indietro. Così i rappresentanti sindacali dei lavoratori dello stabilimento Direct Line di Cologno definiscono il dietrofront, inatteso e per certi versi sorprendente, dell’azienda al tavolo della trattativa: lunedì la dirigenza ha in qualche modo "rigettato" il documento di massima su cui le parti avevano fin qui concordato. Un cambio di direzione unilaterale che ha fatto scattare la mobilitazione dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro e che quindi hanno proclamato uno sciopero di 40 ore e hanno iniziato un presidio fuori dai cancelli dell’azienda.

La vicenda è purtroppo nota: nel 2014 il gruppo spagnolo Mapfre ha acquisito DirectLine Italia ma dopo le dichiarazioni inziali del presidente Antonio Huertas, il quale aveva garantito che non ci sarebbero stati tagli al personale, recentemente la multinazionale ha annunciato 200 esuberi per l’Italia. Accadeva il 10 giugno, poi, al termine di 4 giorni di sciopero, l’azienda aveva dichiarato la disponibilità a un confronto. "L’ultimo accordo a cui eravamo arrivati è il seguente: a giovedì scorso si era deciso di proseguire con le trattative fino a settembre, sfruttando così il mese di agosto per capire se c’era la possibilità di incentivare all’esodo alcuni lavoratori. L’azienda aveva espresso disponibilità a un nuovo incontro, fissato lunedì: si sarebbe discusso della bozza prodotta proprio da loro. Invece una volta arrivati al tavolo ci è stato detto che quegli accordi non andavano più bene. Assurdo", tuonano i portavoce della Rsa.

La decisione ha ovviamente scatenato la reazione dei sindacati e quindi, a catena, dei lavoratori: che da martedì sono in sciopero e hanno anche dato vita a un presidio all’ingresso dello stabilimento. "Duecento esuberi, licenziamento collettivo: significa che un dipendente su quattro resterà a casa. Ci opponiamo alla decisione e soprattutto ci opponiamo alle modalità: il dialogo era aperto, noi eravamo disposti a trattare e la bozza sulla quale avremmo dovuto confrontarci era stata preparata dalla dirigenza. Questo ripensamento da parte di Mapfre è incomprensibile".

L’adesione allo sciopero sta toccando punte del 90%. "Nei reparti operativi c’è stata una partecipazione vicina al 100%, ma anche gli altri reparti, nonostante si tratti di un periodo in cui molti sono in vacanza, hanno risposto positivamente. Questa è una battaglia di tutti", chiudono dalla Rsa.

Di "rammarico" per il "mancato raggiungimento di un accordo con le rappresentanze sindacali" parla a sua volta Direct Line in una nota in cui sottolinea l’impegno "per trovare un accordo" nel corso di venti incontri in due mesi. La compagnia ha "esaminato le richieste avanzate dalle stesse Rsa. Tuttavia le proposte di volta in volta formulate dalla compagnia non sono state accolte dalle rsa, compresa l’ipotesi di accordi parziali su alcuni punti d’intesa che consentissero di concludere la trattativa nel mese di settembre rendendo disponibile da subito un piano di incentivazione volontaria volto a ridurre il numero del personale in eccedenza". Il management auspica di "poter in ogni caso trovare soluzioni per gestire la situazione in modo non traumatico".

Nello stabilimento di Cologno Monzese lavorano molti cittadini di Cinisello Balsamo e del Nord Milano.