Cologno, appalto del gas senza gara: polemica "calda"

Scelta un'azienda di Trezzo, il legame con l'Adda scatena le reazioni dell'opposizione

Nicola Tufo capogruppo di Fdi

Nicola Tufo capogruppo di Fdi

Cologno Monzese (Milano), 25 settembre 2017 - E' il secondo  appalto più pesante per le casse pubbliche di Cologno: 1,8 milioni all’anno per la fornitura di gas e la gestione degli impianti termici degli edifici pubblici. Dopo una convenzione scaduta con il vecchio operatore e un periodo di vacatio, con tanto di ricorso al Tar, l’amministrazione sceglie un affido diretto del servizio ad Ates, srl costituita da Trezzo sull’Adda e che ha visto l’ingresso di 12 Comuni soci. L’azienda si è fatta avanti a luglio, gli uffici hanno avviato la trattativa per il contratto e l’entrata nella compagine societaria e la Giunta ha già approvato un atto di indirizzo. Lunedì sera la proposta sarà illustrata in commissione, dove si conosceranno contenuti e numeri, e il giorno dopo l’aula dovrà votare. Se il Pd parla di "Sistema Trezzo" e "Sistema Lega", la maggioranza fa appello "alle forze responsabili per scardinare un sistema di proroghe, per ben 9 anni, e costi per la collettività".

In verità, la gara fu indetta attraverso Consip nel 2002: l’anno dopo la firma della convenzione di 5 più 3 anni per il valore complessivo di 13.788.879,08 euro fino al 2011. Per 6 anni – 2 con la Giunta leghista – si “allunga” l’attuale gestore anche per impossibilità di Consip di individuare nuovi operatori. "L’appalto calore è l’ennesimo angolo buio nella gestione delle risorse pubbliche del centrosinistra - denuncia Riccardo Pase, segretario provinciale della Lega -. Nonostante 40mila euro a un professionista, per predisporre una nuova gara, ci sono state solo proroghe. Nell’appalto in essere era previsto un costo a tariffa: tutti i risparmi da efficentamento energetico o sostituzione delle caldaie andavano all’azienda e non al Comune".

Neanche l’attuale Giunta, però, andrà sul mercato con una procedura a evidenza pubblica. "I tempi della burocrazia richiedono mesi – replica Nicola Tufo, segretario e capogruppo di FdI -. Abbiamo così deciso un affido diretto a una società solida, che ci piace politicamente e soprattutto dal punto di vista tecnico, con una ricaduta di oltre 230mila euro già dal primo anno in manutenzioni". Qualche frizione in maggioranza c’è stata. "Una partita così rilevante aveva bisogno di maggior tempo e coinvolgimento – spiega Angelo Di Lauro, coordinatore di Forza Italia -. Per consorziarci l’investimento è di appena mille euro, a fronte di un risparmio cospicuo. E la convenzione durerà un anno: tra 6 mesi scatterà il primo bilancio per capire se andare avanti o bandire una gara".