Sesto San Giovanni, "no" alla cittadinanza onoraria a Liliana Segre: è polemica

La maggioranza in consiglio comunale vota compatta contro la proposta di un esponente del M5S

La senatrice a vita Liliana Segre davanti al binario 21 della memoria a Milano

La senatrice a vita Liliana Segre davanti al binario 21 della memoria a Milano

Sesto San Giovanni (Milano), 21 novembre 2019 - Dopo Cinisello e Cologno che hanno detto «no» al bollino antifascista per la concessione delle sale comunali, martedì sera la maggioranza del consiglio comunale sestese ha bocciato compatta la manifestazione di intenti per conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. La proposta era stata presentata dal grillino Vincenzo Di Cristo e condivisa da tutta l’opposizione (Pd, Giovani Sestesi, Sesto al primo posto)». Il sindaco ha commentato che la manifestazione fosse stata presentata con scopo strumentale. «E ovviamente i consiglieri di maggioranza hanno ubbidito, quasi fossero bravi soldatini, compresi i rappresentanti dei civici e alcuni ex o attuali esponenti di Cl – denuncia Di Cristo -. Ricordo che il consiglio comunale di Varese ha votato a favore a all’unanimità». Tra i voti contrari anche quello del sindaco.

«Alla senatrice Segre va la nostra solidarietà per gli insulti ricevuti sul web, ma è inconcepibile che sia usata dall’opposizione per strumentalizzazioni politiche: – replica Di Stefano -. Una proposta di questo genere non può essere lanciata sul tavolo di discussione per motivi politico-emozionali, come provocazione, sminuendo il ruolo di Liliana Segre e svilendo il concetto di cittadinanza onoraria».

La manifestazione di intenti, oltre a ripercorrere la vita della senatrice e i continui insulti di questi mesi, sottolinea la necessità di non «lasciare spazio a manifestazioni razziste, xenofobe, omofobe, antidemocratiche che, anche con esaltazione di forme di violenza, contribuiscono a creare relazioni e reti di complicità e omertà, nonché un pericoloso spirito di emulazione, specie tra i giovani».

Proposta bocciata, mentre Di Stefano rilancia, ancora una volta mettendo assieme le vicende più diverse. «Il 10 dicembre parteciperò alla manifestazione che organizzerà l’Anci a Milano per dimostrare vicinanza alla senatrice Segre con un gesto concreto e non solo a parole: quel giorno mi auguro di incontrare quanti oggi si stracciano le vesti, ma che mai si sono visti in occasione delle giornate che abbiamo organizzato per la prima volta a Sesto per condannare ogni forma di totalitarismo, come per esempio la giornata del Ricordo, la giornata per ricordare la caduta del muro di Berlino, la giornata di confronto con la Comunità Ebraica e la giornata del genocidio armeno».

A lanciare un contributo più ampio è stata Mari Pagani, consigliera Pd e tra i volontari di Aned e Ventimilaleghe. «Perché non prendiamo l’impegno, per l’anniversario dei 75 anni dalla Liberazione, di promuovere e organizzare una presenza massiccia a Mauthausen 2020 come delegazione sestese? Partiti, associazioni, movimenti, Sindacati, scuole. La nostra città ha chiesto di essere orgogliosamente rappresentata anche nel 2020 e questo viaggio non è di Aned ma di tutti. La Medaglia d’Oro di Sesto deve essere un impegno, non solo un orpello».

Con 573 deportati Sesto ha pagato il suo contributo alla Resistenza. Vorrei però ricordare a lla politica cittadina tutta che a Sesto l’Aned, associazione alla quale Liliana Segre è iscritta in quanto deportata, sta combattendo una battaglia in piena solitudine da due anni. Sfrattata, umiliata e offesa dall’amministrazione, multata per centinaia di euro senza motivo – commenta Pagani -. Anche Sesto ha cancellato il contributo del viaggio nei lager ben prima di Predappio: contributo che andava alle famiglie degli studenti partecipanti e non alle associazioni che lo organizzano, Aned e Ventimila Leghe».