Cinisello, forni di cremazione inquinanti: "Chiudeteli"

L’Azienda Tutela della Salute ha intimato lo stop dei due impianti che si trovano nel cimitero di via Cipressi

Il cimitero

Il cimitero

Cinisello Balsamo (Milano), 27 novembre 2019 -  Stop ai forni di cremazione di Cinisello Balsamo. Sono troppo inquinanti. La scorsa settimana l’Azienda Tutela della Salute (ATS) di Milano ha intimato lo stop anche del secondo dei due impianti di cremazione che sorgono nel cimitero di via Cipressi di Cinisello Balsamo. I tecnici dell’ex Asl hanno rilevato un eccesso di inquinanti nei fumi emessi dalle ciminiere dei due impianti. In particolare, sotto accusa sono finite le emissioni, che sarebbero ben oltre i limiti consentiti dalle norme. Un tema che non è nuovo per Cinisello Balsamo, dove da anni i residenti dei quartieri di Borgomisto e Sant’Eusebio denunciano "fumate anomale" e palesano un eccesso di inquinanti emessi nell’aria.

Ora le autorità sanitarie hanno detto stop e l’amministrazione comunale si è adeguata in buon ordine, almeno fino a quando non sarà possibile dotare le ciminiere di filtri di nuova generazione in grado di abbattere tutti gli inquinanti. "Non abbiamo avuto alcun tentennamento nel fermarli – ha commentato l’assessore all’Urbanistica Enrico Zonca –. Sebbene questo servizio fornisca da sempre ingenti introiti al Comune, non si pone nemmeno la scelta tra la salute dei cittadini e le entrate per il bilancio comunale. Il servizio riprenderà solamente quando saremo certi che non è dannoso per la salute dei cittadini".

Fa bene l’assessore che guida il settore dell’urbanistica Enrico Zonca a parlare di introiti comunali, perché si stima che se i lavori non verranno eseguiti con celerità il Comune potrà arrivare a perdere fino a 800mila euro. Inutile nascondersi che quello delle cremazioni è un business, soprattutto per gli enti pubblici. In provincia di Milano gli impianti attivi sarebbero solamente due. Cinisello Balsamo ha una prima linea vecchia più di 40 anni. Un secondo impianto è stato realizzato più recentemente. Sebbene entrambi risentano del decadimento tecnologico, nel 2018 hanno eseguito ben 2071 cremazioni, delle quali solamente 380 in favore di defunti residenti a Cinisello Balsamo. Nel 2019 la prima delle due linee era stata chiusa per manutenzioni, ma fino alla scorsa settimana sono state comunque garantite 1.506 cremazioni, delle quali 300 in favore di residenti. Se si pensa che le tariffe partono dai 390 euro per i residenti e arrivano a 505 euro per i richiedenti provenienti da altri Comuni, è facile comprendere che questo servizio possa rappresentare una voce importante di entrata per il Comune, soprattutto in epoca di riduzione dei contributi statali. L’assessore all’Urbanistica Enrico Zonca ha spiegato che i tecnici sono già al lavoro per verificare le soluzioni tecniche più moderne ed efficaci.

Tuttavia i tempi di riattivazione non paiono immediati, prima servono controlli e interventi. Ciò creerà sicuramente anche disagi tra quei cittadini che hanno inserito nelle loro ultime volontà quella di essere cremati. Proprio in virtù della crescente richiesta, già nel 2016 l’amministrazione comunale aveva richiesto a Regione Lombardia il nullaosta per l’apertura di un terzo fornoRichiesta che gli era stata negata e che aveva destato enormi polemiche in città proprio per i rischi di inquinamento connessi al funzionamento degli impianti.