Cinisello, l'ombra della droga dietro ai fuochi d’artificio

I continui lanci serali dal rione Sant'Eusebio e l’ipotesi che siano messaggi in codice della malavita

Controlli delle forze dell'ordine nel quartiere

Controlli delle forze dell'ordine nel quartiere

Cinisello Balsamo (Milano), 18 novembre 2018 - Batterie di fuochi d’artificio che infiammano il cielo nelle ore della prima sera nel cuore del rione di Sant’Eusebio, a Cinisello Balsamo. Avanza un sospetto inquietante: che quelle cascate luccicanti siano in realtà dei messaggi in codice che la mala del quartiere lancia ai suoi affiliati. Forse l’arrivo di un carico di droga, oppure l’inizio di un’attività criminale che deve essere condivisa con molte persone, distanti anche chilometri. Nell’epoca degli smartphone e dei social network, i cosiddetti “segnali di fumo” sono ancora la tecnica più sicura per comunicare negli ambienti criminali, perché sono difficilmente tracciabili e in pochi istanti fanno perdere ogni traccia. Per questo, anche nel caso dei fuochi artificiali che vengono sparati a ritmo quasi quotidiano sul cielo di Cinisello Balsamo, si fa avanti questa ipotesi.

Il caso è ormai noto a tanti cinisellesi: da circa un anno e mezzo nel rione di Sant’Eusebio, celebre per i fenomeni di spaccio di droga e per la presenza di famiglie criminali, quasi ogni sera si odono e si vedono brevi spettacoli pirotecnici. Qualcuno esplode pochi razzi nel cielo, con rose di fuoco colorato. Tutto questo accade sia nei periodi invernali, a cavallo delle feste di fine anno, sia in piena estate. A volte si tratta di un paio di razzi che si esauriscono in pochi secondi. Altre volte lo spettacolo dura fino a un minuto. Nonostante l’insistenza del fenomeno, fino ad ora nessuno è riuscito a spiegarsi il motivo e soprattutto l’origine di quei razzi. Si sa genericamente che partono nelle zone adiacenti i palazzoni Aler, che da decenni sono considerati un fortino della droga, ma nulla di più. Per ora non esiste una indagine ufficiale delle forze dell’ordine, ma è chiaro che un fenomeno così strano e insistente ha fatto emergere più di un quesito, anche perché la storia criminale è piena di casi simili. I testi investigativi mostrano una lunga tradizione di utilizzo di fuochi artificiali da parte dei gruppi criminali, anche di camorra e ‘ndrangheta.

Le operazioni compiute negli ultimi anni dalle forze dell’ordine in Campania come in Lazio o in Calabria, hanno svelato l’uso di queste tecniche come strumento di comunicazione “subliminale”. Ma fino ad ora, per quanto riguarda Cinisello Balsamo, si tratta solamente di suggestioni e ipotesi che vengono avvalorate da due elementi: il fatto che a Sant’Eusebio il mercato dello spaccio di droga sia ancora molto vitale; la strana insistenza del fenomeno che in un anno e mezzo si è ripetuta al ritmo di almeno due volte la settimana e che nell’ultimo periodo è cresciuta fino a ripetersi quasi ogni sera.