Cinisello, l'arresto dell'ex sindaco Trezzi: trent’anni di urbanistica sotto accusa

L'ex sindaco è ai domiciliari insieme al marito Roberto Imberti. Nei guai anche un grosso imprenditore. Il focus dei pm sul destino delle aree agricole del Grugnotorto

L’ex sindaco Siria Trezzi

L’ex sindaco Siria Trezzi

Cinisello Balsamo (Milano), 20 giugno 2020 - L'ombra di mazzette a consiglieri comunali. L’accusa di aver favorito economicamente il più grosso imprenditore immobiliare di Cinisello attraverso un meccanismo che avrebbe consentito la supervalutazione di una vasta parte delle aree del parco del Grugnotorto, di sua proprietà. È un terremoto che rischia di cancellare una intera generazione del centrosinistra quella che si è abbattuta su Cinisello ieri, con l’arresto dell’ex sindaco Pd Siria Trezzi, di suo marito Roberto Imberti, già vicesindaco fino al 2013, e di un noto imprenditore proprietario di numerosi immobili e aree in città e di società internazionali. Tutti e tre sono ai domiciliari. Provvedimenti restrittivi anche per l’ex assessore all’Urbanistica, Ivano Ruffa, oggi segretario del Pd, e un consigliere dello stesso partito che sarebbe stato filmato mentre ritirava una tangente.

L’indagine della Procura di Monza, partita nel novembre del 2016 sulla base di denunce depositate dall’ex consigliere dei 5 Stelle Giancarlo Dalla Costa e dagli ambientalisti, riguarda il Pgt varato nella passata legislatura, ma di fatto affonda le sue radici nelle vicende urbanistiche degli ultimi 30 anni. Sebbene in questi anni si sia molto parlato del piano di raddoppio del centro commerciale ex Auchan, il focus dei pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo verte sul destino delle aree agricole del parco del Grugnotorto. Aree definite “parco”, ma in gran parte di proprietà privata e gravate dal fardello di progetti di espansione mai partiti. Si deve andare indietro ai primi anni ‘90, quando su quelle aree al confine tra Cinisello e Nova venne progettata l’edificazione di un centro commerciale. L’intervento venne annullato molti anni più tardi, ma sul capo delle amministrazioni rimase la spada di Damocle di presunti diritti edificatori acquisiti.

Ancora nei primi anni 2000 si discuteva di un progetto di edilizia residenziale per 700mila metri quadri da realizzare nel parco per riuscire a chiudere la partita. Progetto sostenuto dal centrosinistra, che naufragò dinanzi alle proteste dei gruppi ambientalisti. Nel frattempo Cinisello aveva conosciuto la costruzione di un altro centro commerciale, l’Auchan di Bettola, e il suo tramonto dopo soli 8 anni, con una chiusura che di fatto era propedeutica al raddoppio, con l’assenso del Pd e di una vasta parte del centrosinistra. Il Pgt sembrava poter prendere due piccioni con una fava: da un lato la riqualificazione di Auchan e del quartiere Bettola (dove dal 2015 si attende il capolinea del metrò), dall’altra l’acquisizione da parte del Comune delle aree del Grugnororto. Lo strumento scelto è quello della compensazione urbanistica. Ossia offrire al proprietario delle aree del Grugnotorto un valore di superfici edificabili “da spendere” in altre zone della città. In questo modo il Comune avrebbe potuto “acquisire il parco” e renderlo pubblico. "Ma a che prezzo?" , ha domandato ai magistrati l’ex consigliere Dalla Costa: "Dei 900mila metri quadrati di aree agricole interessante dall’operazione, circa 700mila sono state cedute con un indice di edificabilità compatibile con i valori agricoli. Mentre per altri 200mila metri quadrati si è deciso di consentire una edificabilità 10 volte superiore", dice Dalla Costa. In questo modo il valore dell’area è balzato da 6 a 16 milioni. Tale da consentire l’operazione che avrebbe “liberato” il parco, ma permesso l’edificazione di palazzi in altre zone, come l’ex Ovocoltura. I magistrati indagano per capire se su quegli atti ci siano stati episodi di corruzione, come sembrerebbe dai primi riscontri che riguardano un consigliere del Pd. Secondo i pm gli esponenti politici avrebbero creato un vantaggio per l’imprenditore in cambio di promesse di futuri incarichi e in almeno un caso di mazzette. Siria Trezzi, che era sindaco quando nel 2016 iniziò l’indagine, ha sempre espresso fiducia nei magistrati, dicendosi serena sul contenuto di quegli atti che ha sempre ritenuto decisivi per dare un parco fruibile alla città.