Cinisello, gli agguati sanguinosi per controllare il traffico della droga a Sant'Eusebio

Sparatorie e violenza tra il clan "locale" e le organizzazioni criminali rivali

Trentadue arresti nell'operazione della polizia

Trentadue arresti nell'operazione della polizia

Cinisello Balsamo (Milano), 12 luglio 2017 - Da fortino della droga a moderna Gomorra. A dispetto di quanti hanno lavorato e lottato per traghettare il rione popolare fuori dalle sabbie mobili della criminalità, Sant’Eusebio ieri mattina si è svegliato nei panni di una Scampia del Nord Italia. Un risveglio da un incubo che è sotto gli occhi di tutti da almeno 30 anni. Dopo l’operazione Sant’Eusebio, che nel 1992 aveva spazzato via le famiglie criminali da quello che era considerato il “fortino” della droga di Milano, negli ultimi anni le nuove leve avevano ripreso le redini del quartiere. Le indagini dimostrano come tanti residenti tra i Palazzoni e le Cinque Torri vedessero quotidianamente spacciatori e criminali in attività, preferendo però l’omertà e il silenzio in cambio del quieto vivere. Una resa che ha accresciuto la forza del clan.

A Sant’Eusebio si spara proprio come a Scampia. Negli ultimi cinque anni sono almeno tre i fatti di sangue che si possono ricollegare alle lotte di potere tra il clan di Sant’Eusebio e le organizzazioni criminali pronte a sfruttare ogni debolezza. Viene fatta risalire proprio alla lotta per il potere la sparatoria nella notte del 28 novembre scorso, quando è rimasto ferito Merza Mohamed Hassan Hosni (arrestato ieri), detto Ronaldo. “Ronny” è considerato il braccio destro e l’uomo più fidato del giovane capo clan Luca Guerra. I sicari lo avevano raggiunto davanti alla sua casa di via Lincoln e ferito alla schiena. Le indagini porterebbero proprio alla guerra che si è aperta dopo l’arresto di Luca Guerra. Da mesi anche la moglie, arrestata ieri mattina nelle Marche, aveva fatto perdere le tracce sempre più preoccupata per i rigurgiti di violenza che i suoi non riuscivano più a controllare. Tanto che lo stesso Guerra aveva scritto ai suoi uomini più fidati per chiedere di difenderla.

Il 28 giugno scorso, un albanese è stato ferito al petto da colpi di arma da fuoco mentre si trovava in via del Parco a Muggiò. Anche in quel caso i proiettili sarebbero serviti come ammonimento. Per quell’episodio è stato fermato Giuseppe Sanfilippo, che proprio Luca Guerra aveva nominato come suo sostituto dopo essere finito in carcere. E ancora un marocchino di 36 anni era stato gambizzato con quattro colpi di pistola davanti alla fermata dell’autobus di via Da Giussano. Un avvertimento, ancora rimasto impunito.