Centri estivi a Sesto, un terzo dei bambini abituali

Sui Cre e la ripresa delle scuole a settembre il volantinaggio dei genitori sotto il Comune e le risposte a distanza dell’assessore

Il volantinaggio dei genitori sotto al Comune

Il volantinaggio dei genitori sotto al Comune

Sesto San Giovanni (Milano), 8 luglio 2020 - Genitori fuori dal palazzetto comunale a distribuire un documento di richieste e considerazioni sui servizi di conciliazione: i rappresentanti del coordinamento, infatti, non sono potuti entrare in municipio per le disposizioni anti-Covid. E le domande hanno avuto solo una risposta a distanza da parte dall’assessore all’Educazione Roberta Pizzochera, durante la commissione che si è tenuta l’altra sera sui centri estivi e sulla ripresa delle lezioni a settembre. Commissione chiesta da tutta l’opposizione, che neanche in questa occasione ha potuto avere i dati certi sulle iscrizioni registrate fino a oggi. A spanne, comunque, si sa che solo un terzo dei bambini e dei ragazzi ha deciso a oggi di frequentare i centri estivi del Comune.

«I numeri precisi li avremo alla fine dei Cre. Ne abbiamo attivati quattro e abbiamo un terzo dei bambini rispetto agli altri anni – hanno spiegato i funzionari – Ogni centro ha raccolto iscrizioni che vanno dai 50 ai 35 bambini a settimana. Senza considerare i disabili che sono circa quelli degli anni scorsi, tra i 35 e i 40". Peggio ancora i centri estivi nidi, attivati da pochi giorni dopo il via libero del Governo. "Solo uno ha raggiunto 27 bambini, mentre le altre sei strutture viaggiano su una media di 10 iscritti", ha comunicato il funzionario.

Numeri al ribasso, "anche rispetto alle ipotesi dei comitati genitori – replica Pizzochera – Ci sono genitori che, potendo farlo, hanno preferito tenere a casa i figli, perché quando si parla di salute e sicurezza le risposte delle famiglie sono diverse. I nuclei che non avevano alternative sono quelli che hanno optato per i centri estivi. Abbiamo avuto indicazioni in ritardo e, per fortuna, avendo già risorse a bilancio ci siamo adoperati per aprire. Non tutti i Comuni sono riusciti".

Il coordinamento chiede uno sforzo ulteriore. "In questo periodo sono tante le questioni che ci premono come genitori e avremmo voluto partecipare all’incontro per porre alcune domande anche in vista di settembre". La prima riguarda i 149mila euro stanziati dal Governo. "Che siano usati per allungare la fascia oraria e portarla dalle 7,30 alle 17,30, venendo incontro alle necessità di conciliazione ". Risposta negativa dell’assessore. "Abbiamo pensato un arco orario che è lo stesso della scuola e che consente di avere costi sopportabili, oltre a una gestione efficace. I fondi del Governo, a oggi, non li abbiamo ancora visti e non intendiamo andare in anticipazione di cassa".

«La verità è che quelle risorse ancora non si sa come saranno spese – denuncia il Pd – È stato detto che non si fida dello stanziamento e dunque si vedrà poi che farne. I soldi sono una partita di bilancio reale. La liquidità arriverà entro la fine dell’anno ma è doveroso impegnare questi fondi per i servizi ai cittadini".