Sesto, il video-denuncia: "Qui l'elettrosmog uccide" / VIDEO

"Controcorrente: vite appese ad un filo", diventa un documentario il caso di via Sottocorno: 30 malati di cancro nei due palazzi che convivono coi tralicci

I tralicci di via Sottocorno

I tralicci di via Sottocorno

Sesto San Giovanni (Milano), 13 gennaio 2015 - Ci sono malati di elettrosmog che raccontano il loro linfoma allo stadio avanzato, i 36 cicli di chemioterapia, un doppio trapianto e un po’ di interventi chirurgici, «che mi hanno permesso di essere qui oggi». Ci sono gli esperti, i medici, che spiegano come sia «possibile che per l’esposizione ai campi magnetici alcune cellule si trasformino in cellule tumorali». C’è anche chi soffre di elettrosensibilità, con un conseguente effetto di smarrimento. Alcuni sono «casi» limite: vivono in mezzo alle foreste, due amiche francesi si sono trasferite in una caverna e non sono mancati i suicidi.

Infine, non manca Sesto San Giovanni con la sua via Sottocorno, i tralicci dell’alta tensione che corrono accanto alle case e gli oltre 30 casi di cancro contati in due palazzi, «4 o 5 decessi solo negli ultimi sei mesi. Tutti per tumori», come raccontava due anni fa Massimiliano Corraini, portavoce dell’associazione Sottocorno, alle telecamere di Marco Puelli, Claudia Mingardi, Marcella Vezzoli e Francesco Berlucchi.

I quattro, circa un anno e mezzo fa, hanno realizzato la video-inchiesta «Controcorrente: vite appese ad un filo», un documentario sulla questione irrisolta dell’elettrosmog e delle sue conseguenze sulla salute di chi è esposto. Il lavoro, che tratta anche il caso sestese, è trasmesso in questi giorni da Tele Ambiente (canale 78 o 218 del digitale terrestre) e in streaming sul sito della televisione: dopo le prime visioni di ieri e lunedì, il documentario è in programma domani alle 22,30 e sabato notte alle 2. «Dovremmo essere noi a seppelire i cavi e non più i cavi a seppelire noi», dice un anziano nel corso del film.

Tuttavia, a oggi, il progetto per interrare un elettrodotto, che attraversa i campi di Cascina Gatti, è ancora fermo al palo. Lo stesso vale per l’indagine epidemiologica, per verificare l’eventuale incidenza dei fattori di inquinamento sulla salute dei residenti. Nel 2014 Asl, Arpa e i due Comuni interessati, Sesto e Milano, avevano concordato e annunciato un progetto con tanto di stima dei costi e cronoprogramma per un’analisi nella zona tra le vie Sottocorno e Adriano.

«A ottobre 2015 era fissata la data di chiusura. Peccato che non sia nemmeno partita: non è stato steso nessun programma né presentato un protocollo – rivela Corraini –. Capiamo i vari cambiamenti, anche politici e istituzionali, che ha affrontato in questi mesi Palazzo Marino, ma non si è fatto alcun passo avanti». Tutto è in stand by. Gli unici documenti risalgono ancora alle indagini strumentali, condotte da Arpa e concluse ormai oltre un anno fa.

«L’associazione ha avuto degli incontri con Asl per l’analisi dei dati, ma da agosto non ci sono più stati aggiornamenti – continua Corraini –. Dopo il tavolo di luglio e gli incontri di agosto, abbiamo ricevuto un’unica comunicazione a dicembre: una raccomandata del direttore generale Walter Locatelli, con cui si conferma l’impegno dell’Asl a effettuare l’indagine epidemiologica in collaborazione con il dipartimento di Medicina Preventiva della fondazione I.R.C.C.S. Ca Granda».