Bresso, partiti i lavori per la vasca: strage di alberi

A sorpresa ieri mattina le ruspe hanno iniziato a sradicare gli alberi accanto al Seveso. La furia dei cittadini davanti al cantiere sorvegliato

Il cantiere dove ieri mattina è partito il disboscamento

Il cantiere dove ieri mattina è partito il disboscamento

Bresso (Milano), 4 agosto 2020 - «Sino all’ultimo albero cercheremo di far valere la legge. Perché con questa operazione il Comune di Milano sta violando una regola europea che vieta fino a ottobre ogni abbattimento e persino le potature per preservare l’avifauna". Usa parole durissime Matilde Minella, la portavoce del comitato di cittadini bressesi che da oltre 4 anni si batte per impedire la costruzione della vasca di laminazione del fiume Seveso che presto sorgerà dinanzi ai palazzi e alle scuole del quartiere Papa Giovanni, a Sud di Bresso.

Ieri mattina gli operai sono entrati nel cantiere e hanno cominciato a estirpare uno a uno gli alberi del bosco trentennale che si estende per circa 4 ettari al confine tra Bresso e Milano, nel Parco Nord. Un cantiere sorvegliato dalle forze dell’ordine. "L’Enpa ha diffidato il Comune di Milano - ha aggiunto Matilde Minella -. Il paradosso è che il Comune ha recepito nel suo regolamento quella norma di salvaguardia ambientale, ma poi l’ha ignorata adducendo motivi di urgenza che non stanno in piedi".

È ormai una doppia battaglia quella che conducono i cittadini contro questo intervento voluto con forza dal Comune di Milano e finanziato da Regione Lombardia nell’ambito del piano Seveso che punta a risolvere la criticità delle piene che allagano i quartieri a Nord di Milano. Da un lato ci sono le ragioni, ambientali, ossia la distruzione di un patrimonio naturalistico. Dall’altro ci sono le ragioni della popolazione: oltre 2mila persone vivono nelle case che si affacciano sull’area che ospiterà la vasca. Intorno ci sono anche scuole earee giochi. Un intero quartiere potenzialmente esposto ai agli inquinanti che il fiume Seveso trasporta comunemente e che, in caso di piene, verrebbero “stoccate” nel bacino artificiale.

«Comune di Milano e Regione Lombardia non hanno mai risposto nemmeno alla Commissione Petizioni del Consiglio Europeo che aveva aperto un dossier sul caso", afferma Ezio Tilli che quattro anni fa aveva fatto parte di una delegazione al Consiglio Europeo. Non appena si è diffusa la notizia dell’inizio dei lavori, intorno al cantiere si sono riuniti molti cittadini. "Una mossa furbetta iniziare in pieno agosto – affermano Giuseppina Bellato e Pietro Martelli dell’associazione Amici del Parco Nord -, stanno facendo un lavoro inutile. Stanno distruggendo un bosco trentennale per ricrearlo altrove, ma serviranno altri 30 anni per avere condizioni ambientalistiche simili".

Durante tutta la mattinata decine di citttadini si sono fermati a vedere le ruspe al lavoro. "Ciò che va detto è che la vasca non sarà bella è accogliente come si vede dai renderig – sottolinea Pietro Martelli – si tratta invece di un enorme cratere profondo 10 metri nel quale sarà lasciato solamente un metro di acqua sul fondo, per tenerlo pronto a riempirsi con le acque del fiume nei giorni di piena".