Bresso ricorda Paolo, l'eroe del Ticino

A Ferragosto del 2002 salvò tre persone prima di annegare nel fiume

La cerimonia a Bereguardo

La cerimonia a Bereguardo

Bresso (Milano), 17 agosto 2019 - Sono trascorsi 17 anni da quell’infausto 15 agosto del 2002 che segnò la scomparsa del bressese Paolo Foglia, morto dopo aver salvato tre persone che stavano annegando nelle acque del fiume Ticino. Sono passati anni, ma il ricordo di questo ragazzone, che anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi non esitò a definire "eroe civile", viene ricordato con passione dalle istituzioni e dalla famiglia. Anche quest’anno una delegazione di Bresso, rappresentata dal vicesindaco Roberto Cristofoli, dall’assessore Giovanni Tagliente e da un gruppo di Guardie ecologiche volontarie del Parco Nord, ha raggiunto Bereguardo, nel punto in cui Paolo Foglia si tuffò per tre volte portando in salvo un bambino e due adulti, prima di scomparire nelle acque. Come ogni anno è stata deposta una corona al monumento realizzato in prossimità del ponte delle Barche che ricorda il gesto coraggioso del 35enne bressese. È stata celebrata una messa sotto il porticato della Cascina Boscaglio alla presenza degli anziani genitori, della sorella e della nipote. Erano presenti anche le autorità dei Comuni di Bereguardo, Zerbolò, rappresentanti della Protezione civile del Ticino, del Gruppo volontari e delle Guardie ecologiche volontarie del Parco del Ticino, oltre alle delegazioni bressesi.

Ancora oggi, il gesto di Paolo Foglia rappresenta tutti quei valori di altruismo e di senso civico di cui ha bisogno la società moderna. Anche per questo Bresso continua a ricordare con forza la sua figura. Gli ha intitolato la piscina comunale, mentre il Parco Nord gli ha dedicato il ponte che scavalca la via Berbera, al confine tra Bresso e Milano. Le Gev del Parco Nord, come ricorda il comandante Mino Capelloni, lo considerano un esempio, perché incarna tutti i valori del volontariato. Paolo è stato anche insignito della Medaglia d’oro al valor civile proprio dal presidente Ciampi. Quel Ferragosto del 2002 il giovane si trovava a Bereguardo per trascorrere una giornata di vacanza e di festa sulla riva del Ticino. Insieme ad altri vacanzieri si accorse che Eglison, un bambino albanese di 10 anni, stava annegando tra le acque del fiume. Lo strappò alla corrente e lo mise in salvo. Poi si tuffò nuovamente per portare in salvo anche il padre del bambino, Shkelzen Jahelezi, e Raffaella Lippi, 31enne di Lacchiarella, che si erano tuffati per salvare il piccolo. Dopo il terzo salvataggio, stremato, venne inghiottito dal fiume.