Metrotranvia "Milano-Seregno": una telenovela senza fine

Da Bresso a Cusano, le modifiche richieste dai Comuni tengono in scacco il progetto

Metrotranvia

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Bresso (Milano), 4 luglio 2019 - Doveva essere la riqualificazione di una delle linee tranviarie storiche di Milano, invece si è trasformato in un incubo dal quale non si riesce a uscire. È il progetto per la nuova metrotranvia che dovrebbe collegare Milano a Seregno, passando per Bresso, Cusano e Paderno Dugnano. Sebbene il cantiere sia ufficialmente partito nel 2013, con un taglio del nastro dal sapore meramente elettorale, i lavori non sono ancora iniziati e la loro apertura è incerta. Pochi giorni fa si è tenuto un nuovo tavolo della Conferenza di Servizi: nell’incontro Città Metropolitana ha raccolto le osservazioni al progetto presentate dai sindaci dei sei Comuni coinvolti. Il progetto, messo a punto in una faticosissima trattativa con l’impresa Cmc, che nel 2013 vinse la gara d’appalto da 108 milioni di euro, doveva essere chiuso e definitivo. Invece, ogni amministrazione è pronta a pretendere nuove modifiche e in qualche caso stravolgimenti.

Come i Comuni di Bresso e Cusano, che schierandosi apertamente contro questa tranvia, vorrebbero fermarla all’altezza della via Alessandrina (al confine tra Paderno e Cusano), dove in futuro potrebbe arrivare il ramo B della metropolitana 5 (progetto ancora in fase embrionale). "Abbiamo raccolto tutte le osservazioni legittime dei sindaci - ha spiegato Siria Trezzi, delegata di Città Metropolitana per la Mobilità -, e insieme al Responsabile unico di procedimento abbiamo determinato quelle accoglibili e quelle che non possono essere prese in considerazione perché stravolgerebbero l’opera. Le sottoporremo al Ministero che dovrà approvare, naturalmente insieme ai finanziamenti". Il primo problema è quello della “anzianità” del progetto, superato dal tempo e dalla tecnologia. Oggi i sindaci vorrebbero qualcosa di meno invadente. Bresso e Cusano ritengono i binari un ostacolo per lo sviluppo della città e piuttosto guardano con interesse al pian di sbinamento della M5 che porterebbe la metropolitana sui loro territori. Il nodo cruciale è poi quello dei fondi. L’opera è stata assegnata con un ribasso d’asta del 6 per cento alla Cmc.

Ma il continuo rinvio del cantiere e le modifiche legittimamente richieste dai sindaci rischiano di far lievitare il costo ben oltre il finanziamento previsto dallo Stato e dai Comuni. "Chiederemo al Ministero di spingere per partire al più presto con il cantiere anche in virtù del potenziamento dei trasporti che sarebbe utile per le Olimpiadi - sottolinea Trezzi -, soprattutto chiederemo di poter utilizzare tutti i fondi del ribasso d’asta per coprire eventuali aumenti di costo, affinché l’opera non rimanga bloccata". In tutto questo, ancora una data certa per l’avvio dei lavori non c’è e si potrebbe dover attendere fino al prossimo anno.