Bresso, sempre più in ritardo: la metrotranvia non vuole partire

La ditta costruttrice ha chiesto un ulteriore rinvio per calibrare meglio il progetto

Il cantiere della metrotranvia

Il cantiere della metrotranvia

Bresso (Milano), 14 novembre 2017 - La scadenza per la presentazione del progetto definitivo alla Regione e ai Comuni era fissata per ieri. Ma la Cmc di Ravenna, incaricata di realizzare la nuova tranvia Milano-Seregno che attraverserà Bresso, Cusano, Paderno e i Comuni della Brianza, ha chiesto un nuovo rinvio. Ancora 60 giorni per mettere a punto il progetto definitivo da sottoporre alle istituzioni e portare a casa l’autorizzazione definitiva che segnerà il via libera ai cantieri.

La notizia in sé non è certo positiva. Soprattutto per tutti quei cittadini che dal 2013, anno in cui fu «inaugurato» il primo cantiere per la nuova tranvia (poi mai partito davvero), attendono la realizzazione dell’opera. Tuttavia, gli amministratori del Nord Milano questa volta paiono moderatamente ottimisti. «Una richiesta di più tempo è indice del fatto che l’impresa sta lavorando alla modifica del progetto – spiega Siria Trezzi, consigliere delegato ai Trasporti per la Città Metropolitana – Confidiamo che stiano lavorando alle modifiche progettuali così come richiesto dai singoli Comuni. Peggio sarebbe stato se non avesse risposto alla messa in mora fatta da Città Metropolitana la scorsa primavera». Di questo passo, però, il cantiere per la costruzione della nuova linea non potrà partire prima della primavera 2018, con un ritardo record di 4 anni. Il nodo è legato alle scelte progettuali non sempre chiare. Tra le varie mancanze segnalate dai Comuni e dal Rup, l’Autorità regionale che sorveglia le opere pubbliche, c’era ad esempio l’impiantistica sotterranea, così come un sistema di illuminazione pubblica giudicato errato e dispendioso. La prima bozza di progetto era stata consegnata ai Comuni a gennaio. Venne platealmente respinta al mittente con la richiesta di apportarvi numerose modifiche migliorative che in un primo momento l’impresa aveva rifiutato di accogliere.

A quel punto, la scorsa primavera, da Città Metropolitana e dai Comuni era partita una lettera di messa in mora. Una sorta di ultima chiamata, pena la decadenza del progetto e il passaggio alle vie legali. Una volta consegnato il nuovo progetto, ossia nelle prime settimane del gennaio 2018, i Comuni, la Città Metropolitana e la Regione avranno il compito di approvarlo. Solo a quel punto si potranno accendere le ruspe. Ma prima di allora ci sono da risolvere altri nodi. Primo fra tutti si dovrà chiarire se il Comune di Milano è davvero intenzionato a finanziare l’acquisto di nuovi convogli: era stato più volte paventato lo spostamento di vecchi tram.