Sesto, l’atletica milanese contro il Comune

Attacco della Federazione sul campo di via Bixio, casa del Geas, in odore di sfratto a fine contratto

Per molti giovani di Sesto il connubio tra Geas e campo Pino Dordoni resta una tradizione

Per molti giovani di Sesto il connubio tra Geas e campo Pino Dordoni resta una tradizione

Sesto San Giovanni (Milano), 8 marzo 2020 - Dopo mesi , la Federazione milanese di atletica rompe il silenzio e scende in pista con un duro j’accuse all’amministrazione sestese, colpevole di non tutelare il campo di via Bixio come patrimonio unico in Italia. "Sul campo sportivo Pino Dordoni, casa del Geas, soffiano venti cupi che sibilano la parola sfratto", dice Fidal Milano, presieduta da Paolo Galimberti. Tecnicamente non si tratta di uno sfratto: il contratto di concessione con Geas Atletica scade al 31 maggio e l’amministrazione ha deciso di mettere l’impianto sul mercato, senza destinare più contributi economici.

"Atletica sotto sfratto già da tempo a Sesto potremmo aggiungere, visto che dal 2014 non si svolge più la storica gara di marcia del Primo Maggio – ricorda la Federazione -. Ora però la questione è fisica e concreta, perché il centro sportivo potrebbe finire sotto la gestione della Pro Sesto Calcio".

Unico partecipante all’avviso pubblico del Comune "per ricercare un operatore interessato a riqualificare e gestire il campo Dordoni, eliminando però il vincolo di esclusività per l’atletica e rendendo possibile l’inserimento di attività commerciali a favore di un privato. Il mondo del calcio ha la forza economica per farlo". Ma la Federazione la sua proposta l’aveva presentata, anche se non ufficialmente. «Il fatto che l’amministrazione abbia rifiutato l’offerta della Fidal di poter gestire l’impianto, a costo zero per il municipio, per farne un centro federale, sembra la migliore premessa per un matrimonio tra Pro Sesto e Dordoni".

Intanto, in pista regna l’incertezza più totale. Il 27 gennaio si è chiuso il bando, il 31 maggio scadrà la concessione comunale del Geas e dal 1° giugno non si sa cosa succederà nonostante un lettera protocollata dal presidente rossonero Roberto Vanzillotta, mai consegnata ai consiglieri comunali nonostante fossero tra i destinatari.

«E il percorso olimpico di Alessia Trost? E la strada verso i Mondiali junior dell’azzurrino Francesco Rossi? Il Comune non risponde e la programmazione si fa impossibile – denuncia Fidal -. Brutto momento per l’atletica milanese, che non sa letteralmente dove sbattere la testa tra piste in rifacimento, palazzetti pericolanti, centri chiusi e Coronavirus". Un presente all’altezza di un glorioso passato tra l’oro olimpico nella 20 chilometri di marcia di Ivano Brugnetti, il bronzo di Stefano Malinverni nella 4x400, insieme a 34 titoli italiani Assoluti. "Basterà la storia per ricondurre l’amministrazione a rivedere i suoi piani economici, dando allo sport quel valore sociale e culturale che tutti invocano ma che poi nella pratica disattendono?".