Asili nido, a Sesto nasce la Fondazione

Gestirà le strutture pubbliche: "Il rischio era di non aprire". Ma restano le polemiche

Il recente corteo di protesta di educatori e genitori

Il recente corteo di protesta di educatori e genitori

Sesto San Giovanni (Milano), 20 aprile 2019 - Alle 2 di notte nasce ufficialmente la Fondazione di partecipazione pubblica, che vede come socio fondatore il Comune. Una decisione a colpi di maggioranza, nonostante gli appelli dei comitati genitori e dell’opposizione di un rinvio "per maggiori approfondimenti e favorire il dialogo". Il nuovo soggetto, a cui a breve saranno affidati i nidi Tonale e Boccaccio con un altro passaggio in aula, ha visto una maratona tra commissioni, incontri negli asili, cortei delle famiglie, volantinaggi, serate pubbliche di Pd e genitori. Troppa fretta, si è detto. "A una situazione di emergenza, non si poteva rispondere con lentezza. Con le attuali risorse umane ed economiche a settembre non saremmo stati in grado di aprire i 7 nidi – ammette l’assessore all’Educazione Roberta Pizzochera -. È arrivato il momento anche per Sesto di pensare al suo ruolo di governance e trovare una via nuova: dal 2005 a oggi sono evaporati i trasferimenti".

La Fondazione garantirebbe il 41% di minori costi, flessibilità per andare in rete, stabilità educativa, lavorativa e dell’offerta. "Non si capisce come si producono queste economie e come sta in piedi questa fondazione, visto il piano industriale di 2 paginette. Così vogliamo rivoluzionare il welfare? - domanda la civica Stefania Di Pietro, ex presidente del comitato genitori Dante -. Per ora è una scatola vuota". I risparmi arrivano in prima istanza dal costo aziendale per le educatrici: oltre 400mila euro il taglio sul personale che adotterà un nuovo contratto, sarà scelto con selezione pubblica e sarà formato, seguito e coordinato dall’équipe del Comune. "Minori costi anche perché per le sostituzioni intervengono Inps e Inail e non solo per un contratto di lavoro più flessibile – replica Pizzochera -. Potremo tenere il controllo amministrativo ma soprattuto la programmazione strategica del welfare e parte dell’erogazione dei servizi. Diamo stabilità ai lavoratori, non più sottoposti a cambi di appalto. Garantiamo minori costi con la razionalizzazione degli appalti. Resteranno gli organi di partecipazione tra Comune e genitori".

Tra le strade abbandonate l’affidamento al consorzio Ipis di Cinisello: per esternalizzare i due nidi la spesa sarebbe stata di 850mila euro. "Esternalizzare avrebbe poi significato diminuire i posti nido. Non si può pensare di continuare a sostenere 1.100 euro al mese a bambino – sottolinea il civico di maggioranza Federico Pogliaghi -. Continuare senza una scelta coraggiosa avrebbe ridotto l’offerta educativa, aumentato la spesa, diminuito il numero di educatrici". Un progetto "debole e incoerente" lo bolla il Pd, che si è visto bocciare tutte le proposte come i 5 Stelle. "Fondazione avrà la stessa burocrazia del Comune, ma porterà precarietà nei lavoratori che cercheranno concorsi pubblici per avere condizi migliori – denuncia la capogruppo dem ed ex assessore all’Educazione Roberta Perego -. Guarda caso dal modello di Modena non si prende il ruolo dei genitori, che in questo percorso non sono stati coinvolti come i sindacati".