Sparito anni fa, Antonio Deiana trovato morto a Cinisello. L'assassino? Mite e tranquillo

In via della Pila i residenti descrivono l’uomo che ha murato il rivale

Via Lanfranco Della Pila è sotto choc

Via Lanfranco Della Pila è sotto choc

Cinisello Balsamo (Milano), 22 luglio 2018 - Via Lanfranco Della Pila si trova nel quartiere Bellaria, alle spalle del centro storico. È una strada di pochi metri, con poche palazzine di appena un paio di piani che portano al Colosseo, che si staglia lì davanti. Una strada tranquilla, dove ci si conosce tutti. «La maggior parte di noi abita qui da quarant’anni, me compreso. Loro compresi. Siamo tutti sconvolti da quello che è successo». A parlare è un residente che conosce bene la famiglia di Luca Sanfilippo, un 47enne originario di Mazzarino (Caltanissetta), arrestato con l’accusa di aver ucciso e poi murato in cantina Antonio Deiana, scomparso il 20 luglio 2012 a 36 anni.

«Per 18 anni ho lavorato con suo padre, che ora non c’è più – racconta un vicino di casa – Aveva un’impresa edile. Brava gente, anche Luca. Un ragazzo tranquillo, che non ha mai dato problemi». Eppure Sanfilippo era già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati alla droga e, secondo le indagini, sarebbe stato vicino a famiglie della criminalità siciliana e di ‘ndrangheta.

«Abbiamo sentito stamattina (ieri, ndr) la notizia alla televisione. È tutto il giorno che mia moglie è attaccata al computer a leggere articoli. Ci sono scritte tante cose, ma noi davvero lo abbiamo sempre conosciuto come una persona a modo, gentile, mite». All’angolo con via XXV Aprile arriva un’altra vicina. «Siamo sotto choc, non ci si può credere. Mai lo avremmo potuto immaginare. Sembra una scena da film dell’orrore. Un cadavere murato, sotto terra, in cantina, e rinvenuto dopo sei anni. Qui a Cinisello non è mai successo niente di simile».

Quando gli agenti della Mobile sono andati da lui, Sanfilippo non ha opposto resistenza, ha ammesso di aver ucciso Deiana il giorno della sparizione durante una lite scoppiata per futili motivi mentre era sotto effetto di cocaina. Alcuni punti della ricostruzione sono ancora da verificare, ma il movente potrebbe essere legato a una rottura negli equilibri dello spaccio.

Il corpo è stato trovato in una buca profonda un metro e mezzo nello scantinato di casa, uno spazio di 200 metri quadri che secondo gli inquirenti sarebbe stato uno dei luoghi dedicati allo scambio della droga. «Non abbiamo mai visto nulla – ripetono i residenti – Chi avrebbe mai pensato a qualcosa di così macabro?».

Davanti a casa e alla cantina dove si legge «sotto sequestro», c’è anche il fratello dell’arrestato, che riceve la solidarietà dei vicini. «Vi prego, andate via. Mia mamma è in casa ed è già provata da questo via vai continuo», le uniche parole che dice. Il 47enne abitava insieme a loro. «Qualche tempo fa era stato in ospedale, non stava bene. Ora aveva ripreso anche a lavorare in una ditta dove si tratta la plastica – conclude un vicino – Davvero non oso pensare a quello che starà pensando la sua famiglia».

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