Sesto San Giovanni, 29 marzo 2014 - Luce e acqua sono state già attivate. In meno di ventiquattr’ore sono state allestite anche le prime camerette: una quindicina gli sfrattati, tra cui anche qualche famigliola, che hanno trovato subito rifugio. All’interno dell’ex sede Alitalia - occupata venerdì sera da Clochard alla riscossa, Unione inquilini e altri movimenti - procede a ritmo spedito la realizzazione del «residence sociale».

Sgomberati due settimane fa dall’ex Impregilo, dove erano rimasti per un mese, associazioni e comitati non si sono dati per vinti: come avevano annunciato nei giorni scorsi, dopo alcuni sopralluoghi tra i numerosi stabili vuoti, hanno individuato il palazzo che faceva al caso loro. È una porzione dello stabile di via XXIV Maggio, dove nel 1997 aveva traslocato Alitalia con alcuni dei suoi uffici sparsi in Lombardia: la direzione merci, gli uffici amministrativi e commerciali, il call center del centro di prenotazione per il Nord Italia, smantellati nel 2010.

Un fabbricato cielo-terra di sette piani, come si legge nell’avviso di asta che Alitalia in amministrazione straordinaria aveva cercato di vendere nell’ottobre del 2011, inutilmente: troppo alto il prezzo stimato dalla perizia, 8 milioni e 900mila euro, per tremila metri quadrati, altri 700 di interrato e 23 posti auto. Lì di fianco, che ptrebbero essere occupati in seguito, altri locali che erano di proprietà della compagnia aerea di bandiera, valore di perizia 3 milioni e 400mila euro.

«Non si possono lasciare adulti e bambini in mezzo a una strada - hanno scritto su un volantino associazioni e comitati -. Abbiamo liberato un altro palazzo vuoto e in disuso, che aspettava solo di essere preda della devastazione, prima, e della speculazione, poi». Proprio nei giorni scorsi erano entrati in azione i ladri di rame: il secondo piano è stato spogliato di tutti i cavi elettrici. Ma il resto del palazzo è ancora in ottimo stato, molto meglio di come era ormai ridotta l’ex Impregilo: bagni funzionanti, uffici ancora pieni di scrivanie, mobili, archivi, come se l’abbandono risalisse a poche settimane fa e non ormai a oltre quattro anni.

Il blitz scattato al termine della grigliata in viale Marelli (nel frattempo i portici sono stati liberati dalla tendopoli improvvisata) è stato effettuato da una cinquantina di persone: molti hanno dormito nell’atrio. Per tutta la giornata di ieri, invece, sono proseguiti i lavori per ripulire e rendere perfettamente agibile il palazzo. A piano terra, l’accoglienza: in fila già molti stranieri e sfrattati.
patrizia.longo@ilgiorno.net