di Francesca Cozzi

Cusano Milanino, 19 giugno 2013 - Bagarre in Consiglio comunale. Decine di cittadini hanno voluto assistere all’assemblea di lunedì sera dando vita ad una doppia contestazione: la prima voluta dalla Cooperativa Edificatrice, la seconda dal Movimento Cinque Stelle. All’ordine del giorno l’approvazione della delibera per l’aumento dell’aliquota Imu delle case delle cooperative a proprietà indivisa e delle case Aler. Un incremento importante: dal 5,8 per mille del 2012 al 7,8 del 2013 (mentre per le prime case resta invariata al 5,5 per mille). Una stangata per 1576 famiglie cusanesi, il 19% dell’intera cittadinanza che si vede aumentare il costo medio a metro quadro da 2,30 euro a 5 euro. Nelle casse comunali entreranno 190 mila euro già previsti a bilancio.

È forte lo sdegno dei soci della coop presenti al Consiglio: «È una situazione deplorevole. Questo è l’unico Comune che attacca le case Aler e della Cooperativa. Le nostre non sono abitazioni di proprietà e la giunta non ne tiene conto. Tra Imu e affitto paghiamo di più di chi possiede una villa a Milanino e siamo per la maggior parte pensionati. Il sindaco deve dare le dimissioni» protesta Graziella Ballabio. «Vogliamo chiarezza. Gli altri paesi hanno considerato le nostre abitazioni come proprietà indivise, quindi come prime case. Qui a Cusano non è così. Stiamo ancora cercando di capire quale sarebbe secondo loro la nostra prima dimora. La Cooperativa esiste in questo paese dal 1906, ma la giunta ci vede come un nemico», afferma Claudio Rossetti.

Nel 2012 il Governo Monti aveva rinunciato alla quota Imu delle cooperative destinata allo Stato, ma l’attuale esecutivo l’ha concessa, lasciando ai Comuni carta bianca sull’aumento dell’aliquota. Qualora il Governo Letta, che ha sospeso il pagamento dell’imposta fino al 16 settembre, dovesse cambiare direttive chiedendo di allineare le aliquote delle cooperative alla prima casa, la giunta cusanese dovrà ridiscudetere la delibera approvata, altrimenti l’incremento Imu sarà effettivo.

Intanto, Cormano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Paderno Dugnano, infatti, non hanno variato l’aliquota prevista lo scorso anno che per le coop è pari al 4 mille. Una differenza di 3,7 punti. Gli interventi dei consiglieri Pdl e Lega sono stati intervallati dalle urla dei soci della cooperativa: «Lazzaroni», «Dimissioni» e ancora «Vergogna!». Al momento delle votazioni per protesta il Pd ha abbandonato l’aula e il decreto è stato approvato con 12 voti a favore e 1 astenuto.

L’intero consiglio è stato inoltre filmato da una trentina di attivisti del Movimento Cinque Stelle che si sono presentati armati di telecamere, tablet e smartphone, nonostante non avessero avuto il consenso dei diretti interessati, dando vita così alla seconda contestazione. «La nostra è una presa di posizione. Abbiamo protocollato otto mesi fa 124 firme di cittadini che appoggiavano la nostra proposta di filmare i consigli comunali e da allora non abbiamo ricevuto risposta da parte del Comune. Siamo qui per esercitare un diritto consentito dalla legge. Pubblicheremo il video sulla nostra pagina web, così da stimolare una maggior partecipazione dei cusanesi» ha dichiarato l’attivista Marco Fais.