Cinisello Balsamo, 8 giugno 2013 - Ore 12 di venerdì 7 giugno 2013. Via Doria, Cinisello Balsamo. Passando per il marciapiede, per quello stesso marciapiede che per oltre trent’anni è stato battuto a tutte le ore del giorno da migliaia di migliaia di studenti, non si avvertono rumori. Si sente una campanella suonare in lontananza. Forse al terzo piano.

Ma non ci sono allievi che escono di corsa dal cancello. Davanti all’ingresso, non si può non notare quel cartello al secondo piano. «Addio Peano». Scritto con i pennarelli colorati su un grande foglio di carta bianco. Per terra, a due passi dalla portineria, un tappeto di coriandoli fatti con vecchie pagine di giornale. E poi un fortissimo odore di spumante. Si è brindato al Peano, ieri mattina. Un po’ presto, un po’ prima del solito. Ma si è brindato. A dire il vero non si sa se sia stato un brindisi di gioia o di commiato.

Perché quello di ieri, al palazzone di via Andrea Doria, che per anni invece che come hotel è stato usato come scuola superiore, è stato un ultimo giorno di scuola diverso dal solito. L’ultimo giorno di sempre. L’ultimo giorno di una scuola che ha fatto la storia della città di Cinisello Balsamo. Liceo scientifico, geometri, ragionieri. Migliaia di cinisellesi, fin dagli anni settanta, sono passati di qui. E da qui hanno portato a casa un diploma. Si sono costruiti un futuro.

Il Peano chiude. E questa non è una novità: lo si sapeva da tempo, da quando cioè la Provincia di Milano aveva deciso di riorganizzare gli spazi a Cinisello Balsamo. Ma la mattinata di ieri ha segnato inevitabilmente un gap incolmabile tra generazioni. Tra chi è cresciuto sapendo cosa è il Peano per Cinisello, e chi non ne sentirà più parlare. Tecnicamente la scuola resterà aperta ancora per un po’. Ci sono gli esami di maturità delle quinte del liceo scientifico e delle altre quinte ospitate dal palazzone che si affaccia su via Lincoln. Nel pomeriggio su Facebook i primi commenti. La scuola è finita, inizia l’estate. Ma il Peano resterà sempre nel cuore.

«Ovviamente c’era anche chi piangeva stamattina - ha spiegato Matteo Privitera, maturando -. Ci si affeziona alla scuola, come è normale. Ma è giusto che chiuda. La scuola cadeva a pezzi». Le voci si rincorrono, i ricordi si accavallano. Ma in linea generale sembrano tutti d’accordo. Come a dire che è giunto il momento. In effetti, basta fare due passi a Cinisello e chiedere a qualcuno con qualche capello più bianco in testa: i pareri saranno unanimi. «Cadeva a pezzi già vent’anni fa, mi sembra giusto che finalmente chiuda i battenti per sempre».