di Laura Lana

Sesto San Giovanni, 1 giugno 2013 — In fondo alla banchina, al binario 5, il grande lenzuolo bianco per coprire il cadavere e trasportarlo in ospedale. Giù dalle scale, la bara. In disparte, stretti tra loro, i parenti arrivati da Pavia. Prima il suocero, poi il cognato, infine i nipoti. Antonio Germanò se ne è andato dopo 42 anni di lavoro tra la stazione di Sesto e di Greco. Tecnico di Rete Ferroviaria Italiana, aveva iniziato nelle ferrovie dello Stato a 19 anni. «Tempo fa, gli avevo detto ‘Vai a farti fare i conteggi, vattene in pensione’. Ma l’impiegata del Caaf aveva detto che non aveva i contributi necessari - racconta il suocero, con gli occhi lucidi -. Ci ha passato tutta una vita in stazione. Faceva il pendolare, tutti i giorni arrivava da Pavia».


Una passione infinita quella per i treni. «Gli piaceva tantissimo il suo lavoro. Lo faceva con una tale passione. La trasmetteva a tutti noi», ricorda commosso uno dei colleghi più giovani.
Antonio Germanò era amato da tutti. “Era più di un collega. Era una bravissima persona. E un vero personaggio. Unico. Sempre con il sorriso, divertente, la battuta pronta. Per i giovani, quasi un nonno», spiega un altro.

Ancora non ci si crede all’incidente, avvenuto ieri dopo le 13 al binario 5. Germanò era in pausa pranzo. Non si è accorto che dietro di lui stava arrivando un treno. Il convoglio stava facendo manovra, prima di entrare in funzione per partire verso Brescia. Lo schianto è stato fatale. Un urto violentissimo, nonostante il treno non stesse viaggiando ad alta velocità. «Fosse stato in transito, in corsa. Invece, neanche quello», sussurrava un parente. La famiglia non se ne capacita. Tutti in silenzio nel pomeriggio passato su quella banchina, dove per ore la polizia scientifica è andata avanti con i rilievi. Tante domande, ma per ora nessuna risposta. Un incidente, una tragica fatalità, l’unica considerazione per una dinamica che è ancora al vaglio Polizia ferroviaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza.

«Porteremo la salma a Pavia, dove faremo i funerali. È inutile restare a Sesto, non ci lega nulla a questo posto». A parte 42 anni di lavoro. Una vita in stazione, dove Germanò a 61 anni ha trovato anche la morte. L’indagine è ancora aperta e anche Rfi ha avviato un’inchiesta interna. Intanto, i sindacati (Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti Fast e Ferrovie Ugl) lanciano uniti l’allarme sicurezza nel settore trasporti, mentre l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Maurizio Del Tenno, chiede «chiarezza, affinché non si verifichino più simili episodi». Dopo la tragedia Rfi e il sindaco di Sesto, Monica Chittò, hanno epresso vicinanza alla famiglia di Antonio Germanò.