di Luca Zorloni

Cinisello Balsamo, 21 maggio 2013 - Ali Reza Arabnia ama citare un proverbio della sua terra, la Persia, che racconta in sintesi la storia della società che dirige, la Geico, specializzata in impianti per la verniciatura di auto: «Quando passi attraverso il fuoco, o esci polvere o esci temprato. Noi cerchiamo di uscire temprati». Nel 2009 Geico passava anni bui, oggi nel quartier generale di Cinisello Balsamo si taglia il nastro di un polo tecnologico da 11 milioni di euro. Per traghettare la società al 2020, anno in cui il presidente Arabnia vorrebbe inaugurare una impianto di verniciatura a zero consumi e zero emissioni. «Nel 2020 avrò 65 anni, un tempo a quell'età si andava in pensione - racconta - e in Persia abbiamo un tradizione: costruire qualcosa da lasciare ai posteri». Non possiamo prevedere se Arabnia riuscirà nel suo intento, ma il nuovo superlaboratorio, il Pardis Innovation Centre, è un bel passo in avanti verso quel traguardo.

Il centro di innovazione trasloca nel quartier generale di Geico le attività che prima erano dislocate a Trezzano Rosa. In otto mesi i vecchi capannoni con il tetto spiovente sono stati rasi al suolo e trasformati in un ambiente di quattromila metri quadri dalla doppia anima. Da un lato un ambiente per il tempo libero e la socializzazione dei 120 dipendenti (perlopiù ingegneri), con giardini, un ristorante e un auditorium dove fare attività «che non siano lavoro», sottolinea Arabnia. Dall'altro un laboratorio dove i progetti ideati al computer diventano realtà. Prototipi di impianti, detti paint shop, destinati ai quattro angoli del globo. Le menti di Geico lavorano a modellini in scala, che sembrano i giocattoli di un piccolo Iron man oppure studiano nei dettagli i loro macchinari in una sala video, l'Interactive engineering lab, in cui i progetti diventano film in tre dimensioni.

Al centro Pardis gli ingegneri Geico studiano come trasformare la verniciatura della scocca di un'auto in un'attività redditizia per il cliente. Ad esempio, si sono inventati un pavimento a scorrimento, lo sliding floor, che riduce le operazioni di pulizia degli impianti. O un impianto che brucia energia a seconda che funzioni a pieno regime o parziale. «Questa genialità è tutta italiana», commenta con orgoglio. La Geico ha anche brevettato un forno flessibile, il Dryflex, che riduce il consumo energetico del 40%. Il contenimento della bolletta dell'elettricità infatti è uno dei pallini della società di via Pellizza da Volpedo. Arabnia spiega che nel 2005 un impianto Geico bruciava 900 chilowatt all (kw/h) per verniciare una scocca. «Adesso ne abbiamo installato uno in Cina che brucia 530 kw/h». Al Pardis è già in funzione un prototipo che si accontenta di 370 kw/h. Nella fabbrica del futuro, Arabnia sogna di alimentare i suoi impianti per il 30% con fonti rinnovabili e colmare il restante 70% con il risparmio energetico.

Nel 2009 la società ha vissuto momenti convulsi. Arabnia non si fece scoraggiare dalla crisi. Non lasciò a casa nessun dipendente («anzi, confermammo i contratti di apprendistato), adottò d'accordo con i lavoratori un accordo sindacale che prevedeva un giorno di cassa integrazione a testa e investì in formazione. Oggi si ritrova un'azienda motivata e preparata. «Abbiamo fatto scelte strategiche intelligenti - aggiunge -. Non siamo rimasti in Italia o in Europa, ma abbiamo cercato commesse all'estero». Cina, India, Russia, Brasile. Se non avesse fatto quelle scelte, oggi forse Arabnia non spegnerebbe cinquanta candeline per il compleanno dell'azienda, che ha ereditato dal suocero Giuseppe Neri (a cui ha intitolato il campus aziendale). Né brinderebbe all'incarico per realizzare un secondo impianto da 70 milioni di euro a Togliattigrad, in Russia, per Avtovaz-Renault Nissan, per la produzione di trecentomila scocche l'anno, e uno da 140 milioni per Fiat in Brasile.

Geico ha realizzato oltre cento impianti per le più importanti case automobilistiche: oltre a Renault e Fiat, annovera tra i clienti anche Mitsubishi, Audi, Tata, Nissan e General Motors. Dal 2011 la società cinisellese ha stretto una partnership con il colosso giapponese Taikisha. I nipponici hanno il 51% delle azioni, gli italiani il 49%, «ma serve una maggioranza qualificata del 70% - spiega Arabnia - per prendere le decisioni». Il gruppo, nel 2012, riferisce di aver fatturato 1,8 miliardi di euro e Geico si è occupata della gestione di tutti gli impianti di verniciatura auto (fuorché le commesse di Giappone e Corea) che rappresentano il core business del tandem. Nel 2013 al quartier generale di Cinisello contano di fatturare 140 milioni di euro, il 34% in più dell'anno precedente. Anche i dipendenti cresceranno, da 120 a 170, con uno specifico programma di ingresso per giovani laureati. Guardando la sua creatura, Arabnia commenta: «Il mio obiettivo non è la crescita ad ogni costo, ma uno sviluppo sostenibile». «Questo - dice indicando il Pardis center - l'ho fatto perché nella vita sono stato molto amato. In Inghilterra, senza andare lontano, mi sarebbe costato un decimo, ma sono leale: ho avuto tutto dall'Italia e voglio dare indietro la mia parte».

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