Sesto San Giovanni, 15 gennaio 2013 - Nell'allarme «Arrivano i cinesi», lanciato dai Servizi segreti al governo italiano, per segnalare i rischi legati all’arrivo di capitali dall’Oriente, a partire dalle speculazioni immobiliari - aree ex Falck innanzitutto - ci sono finiti pure loro: Rong Yi Lu e il suo gemellaggio tra Sesto e il distretto di Lucheng. Un «patto di amicizia» sottoscritto un anno fa, alla presenza del console generale, per dare il via a uno scambio culturale-sportivo. «Quando ho letto che il nostro gemellaggio era uno dei segnali dell’interessamento della Cina verso le trasformazioni urbanistiche sestesi, in un contesto tutto negativo, ci sono rimasto proprio male» racconta Lu, titolare di un bar in via Puccini, ormai da 28 anni nel nostro Paese e cittadino italiano a tutti gli effetti, come moglie e figli. «E dire che sono appena tornato dalla mia regione d’origine, il Wenzhou, proprio per promuovere il gemellaggio e avviare delle iniziative concrete» aggiunge Lu.
 

Il primo passo. Tutto è iniziato con l’amore del barista cinese per il calcio italiano. Prima una sponsorizzazione alla Città di Sesto, società di cui era vice-presidente, poi l’idea di fare «qualcosa di più». Con un duplice obiettivo: trovare aiuti per le piccole società sportive, in perenni difficoltà finanziarie, e favorire l’integrazione della comunità cinese, particolarmente chiusa e isolata anche per le difficoltà linguistiche. «A luglio abbiamo dato vita a una nuova società, la Sesto 2012 - racconta uno dei soci fondatori, Carlo Cuozzo - e abbiamo chiesto a Lu di diventarne il presidente: in tutta Europa sembra che sia l’unico cinese a capo di una società calcistica. E forse anche nel resto del mondo. Io sono oroglioso che lo sia, perché è un vulcano in attività».


Lu è andato a Lucheng, sua città natale, nei giorni scorsi. Ed è tornato con un’importante contratto, sottoscritto dal presidente delle società sportive legate agli 80 istituti scolastici della regione di Wenzhou: partiranno a giugno le vacanze-studio per 25 studenti di 16-18 anni, che parteciperanno a un campus calcistico in città. Due volte all’anno i tecnici della Sesto 2012 andranno in Cina ad insegnare i fondamenti del calcio italiano. Ed è solo l’inizio. «La notizia è stata trasmessa per giorni al telegiornale regionale - racconta Lu -. Magari venissero anche investitori cinesi: sarebbe solo un vantaggio per la nostra città».
 

patrizia.longo@ilgiorno.net