Cologno Monzese, 1 dicembre 2011 - «L'essere nato in Calabria non significa essere mafioso». Così Leonardo Valle scriveva in una lettera aperta intitolata «Le ragioni di un perché» inviata ad alcuni organi di stampa locale per allontanare dal suo nome l’accusa avanzata da un articolo di giornale di avere stretti legami con la criminalità organizzata.

Era il maggio 2009, tempo di elezioni comunali a Cologno Monzese. Leonardo Valle aveva deciso di candidarsi nella lista dei Riformisti, che appoggiava l’allora sindaco uscente del Pd Mario Soldano. Oggi il nome di Valle è finito ancora una volta nell’occhio del ciclone, per le stesse ragioni di allora. Ma questa volta non è stato un articolo ad associare il suo nome alla parola ‘ndrangheta. Sono la Procura di Milano e la Dda di Reggio Calabria ad averlo fatto: ieri mattina Leonardo Valle è stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa, corruzione e intestazione fittizia di beni, nell’ambito di un’ampia operazione che ha scoperchiato un intreccio di interessi politici, mafiosi e affaristici in cui sarebbero coinvolti giudici, politici e imprenditori. Un’inchiesta complessa che si è sviluppata tra la Calabria e la Lombardia e che ha fatto emergere stretti legami tra uomini della legge e presunti affiliati alla ‘ndrangheta. Tra i quali ci sarebbe Leonardo Valle per il quale si ipotizza anche che con altri abbia «ostacolato il libero esercizio del voto, in occasione di competizioni elettorali, facendo confluire preferenze su candidati a lui vicini».

Un'ipotesi inquietante visto che proprio nel 2009 Valle si candidò tra le file dei Riformisti a Cologno Monzese. Non figurava tra i primi nomi in lista e non era mai apparso sulla scena politica locale, ma la sua campagna elettorale serrata, con manifesti appesi ovunque e una sede aperta in pieno centro città, aveva creato molti rumors. Confermati poi da un articolo in cui si denunciava il fatto che a Cologno c’era un candidato sospetto dal cognome importante negli ambienti della criminalità organizzata.

La reazione della politica locale era stata immediata, con la richiesta da parte dell’allora candidato sindaco Mario Soldano di fare un passo indietro. Leonardo Valle scelse un’altra strada:prese carta e penna per spiegare le sue ragioni.«Ho letto con viva meraviglia - scriveva -che ci sarebbe un tentativo di inquinamento mafioso attraverso la mia candidatura nel comune di Cologno Monzese e questo solo perché nel ‘92 mio padre fu denunciato per alcuni reati».

Accanto alla lettera Valle aveva voluto pubblicare anche due documenti: il certificato penale da cui non risultava alcuna condanna e la documentazione della Procura della Repubblica in cui si attestava che non risultava iscritto nei registri delle notizie di reato. Alla fine Valle non venne eletto e di lui non si è più parlato in città, almeno fino a ieri mattina.