Cinisello Balsamo, 1 ottobre 2011 - Riesce davvero difficile pensare che una ragazza acqua e sapone come Veronica Giovine abbia potuto innamorarsi di uno come Antonio Passalacqua. Il giorno dopo il barbaro omicidio della donna di 34 anni, per il quale è stato fermato il fidanzato Antonio, ciò che fa più impressione tra i cinisellesi è l’assurda vicenda d’amore e odio che per anni ha tenuto legate due persone così diverse: lui, pregiudicato che ha trascorso la sua intera vita ad entrare e uscire dal carcere; lei figlia di Marcello, autista Atm, e di Adele, pensionata, era invece impiegata delle farmacie comunali. Con la passione per gli animali — in casa con lei vivevano il cagnolino Lilly e il furetto Gina — e la missione di prestare assistenza agli anziani e agli invalidi.Forse è stata proprio questa sua propensione sociale così altruista ad avvicinarla ad Antonio, il vicino di casa segnato dal consumo di droga, dalle disavventure criminali e da una vita vissuta sempre sul filo del rasoio.

Chi conosceva bene Veronica sapeva che lei davanti a una persona in difficoltà non si sarebbe mai tirata indietro. Lo conferma la zia, alla quale aveva più volte confessato che aiutava gli altri «convinta che prima o poi qualcuno le avrebbe restituito le stesse attenzioni». Con Antonio lo aveva fatto fino a innamorarsene. Al punto da riuscire a mettere da parte anni di liti, delusioni, incomprensioni e anche violenze, per tentare nuovamente di costruire una vita insieme. Lo ha fatto ad agosto, quando ha deciso di scrivere una lettera ai giudici di Monza chiedendo di revocare quel provvedimento di divieto di frequentazione che era stato disposto un anno prima, nel settembre 2010, in seguito alle denunce avanzate dalla stessa Veronica a polizia e carabinieri.

Erano cessati i dissidi e i motivi di separazione, aveva scritto. I due avevano ripreso a frequentarsi, anche se in verità non avevano mai smesso di vedersi perché vivevano in due appartamenti distanti una decina di metri. Uno di fronte all’altro, in quel condominio di via Rossini composto di due palazzine basse, unite dalla stessa scala di ingresso. Anche nel periodo in cui Antonio aveva il divieto di avvicinarsi a lei, i giudici gli avevano consentito di svolgere le pulizie condominiali arrivando praticamente a ramazzare fino al pianerottolo di Veronica.

In agosto alcuni vicini li avevano visti in sella allo scooter di lei, mentre sorridenti raccontavano di voler andare in piscina. Gli stessi colleghi di lavoro hanno confermato che Veronica nelle ultime settimane era serena. Assolutamente priva di preoccupazioni che potessero destare qualche sospetto. I familiari di Veronica non sapevano nulla della loro storia, mentre ai parenti di lui Veronica si era presentata come la fidanzata.
Una situazione di armonia, almeno apparente, che si è infranta mercoledì quando alcuni testimoni hanno visto i due litigare. Nessuno avrebbe immaginato che quello fosse il prologo della tragedia così folle e sconsiderata che si è consumata nelle ore successive. O almeno questo pensano gli inquirenti che hanno proceduto al fermo di polizia giudiziaria.