Sesto San Giovanni, 27 luglio 2011 - È un botta e risposta continuo, dai forti accenti polemici, quello in corso non solo tra opposizione e maggioranza, ma anche tra gli stessi partiti del centrosinistra. Accuse e critiche si susseguono di ora in ora, non senza colpi di scena.

 

Alla lettura dei giornali, ieri mattina il Pdl sestese chiedeva le dimissioni degli assessori Giovanni Urro (Pdci) e Lella Brambilla (Sel) come atto di coerenza con le dichiarazioni rilasciate rispettivamente dal segretario e capogruppo Andrea Scacchi e dall’ex assessore in quota Verdi, poi entrato in Sinistra ecologia e libertà, Giuseppe Valeriano. Scacchi, che era stato fortemente criticato dal capogruppo Pd Andrea Rivolta, per aver parlato di una «cricca trasversale» a Sesto, è partito all’attacco di Giuseppe Pasini, uno degli imprenditori che hanno dato il via alle indagini della Procura di Monza, e di tutto il centrodestra: «Saremmo curiosi di conoscere come è stato elaborato, dalla coalizione che sosteneva e sostiene Pasini, il programma urbanistico per le elezioni del 2007. Ci saremmo aspettati un minimo di autocritica per aver sostenuto un noto palazzinaro, titolare di un gigantesco conflitto di interessi in città».

 

Quanto a Valeriano, che in un’intervista ha parlato di situazione «non delle più limpide» e dell’incapacità di Sel di opporsi al progetto Falck perché «sotto ricatto», pena l’uscita di giunta come era toccato poi ai Verdi in occasione del voto contrario al Pgt, l’ex assessore si è dimesso da Sel e, in attesa che gli organi di partito cittadini e provinciali decidano sulle sue sorti, ha inviato una lettera di scuse, per essere andato oltre il suo intento critico.

 

E di nuovo il Pdl ha contrattaccato sulle dichiarazioni di Scacchi dal sapore riparatorio: «Se fosse vero che Pasini ha pagato, le tangenti erano indirizzate a importanti personaggi della sinistra sestese», ha detto Alberto Velati, uno dei coordinatori cittadini. Intanto sui muri della città è apparso un manifesto di Orazio La Corte (Verdi) in cui si legge: «Basta consumo del territorio, cemento, palazzoni e centri commerciali». Manifesto già programmato la scorsa settimana contro il progetto delle ex Falck, prima del ciclone che si è abbattuto sulla città, ma che sembra confezionato su misura.