Cusano Milanino, 17 giugno 2011 - Vivono da anni assediati nei propri palazzoni, prigionieri dell’amianto e di una cattiva manutenzione. Hanno interpellato a più riprese Aler, che ne ha la competenza, e l’Amministrazione comunale. Interessamenti, promesse, ma al momento niente di più. Cusano Milanino, via Stelvio 41 e caseggiati limitrofi: a lasciar desiderare è lo stato della manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso di case popolari.

Francesco Giardino, inquilino del civico 41, spiega: «Da almeno un paio di anni stiamo conducendo una battaglia per ottenere la rimozione dell’ingente quantità di eternit presente sui nostri tetti. Questa lotta riguarda il nostro palazzo ma anche l’adiacente civico 43 e i complessi di via Montegrappa, in totale tre palazzine, e via Pedretti. In questi anni abbiamo partecipato a una quantità enorme di riunioni con tutti i soggetti interessati: dall’Aler al Sunia, dalla Giunta a politici locali. Il risultato? Abbiamo ottenuto uno stanziamento di poco più di un milione per la rimozione dell’amianto — conclude Giardino — In teoria a gennaio di quest’anno avrebbero dovuto dare avvio all’appalto. A oggi, e siamo quasi a luglio, quella carta rimane lettera morta. La nostra paura? Che il contributo stanziato ci sfugga via dalle mani».

La situazione del complesso che ospita quasi 120 famiglie sembra tutt’altro che tranquillizzante. Tombini sfondati, muri sbrecciati da cui fa capolino l’armatura di ferro, acqua piovana che entra dal tetto in alcuni appartamenti. E naturalmente quell’ospite temibile: l’amianto. Dalle cantine — intere pareti di cartongesso a base di amianto — ai tetti, la quantità è davvero importante. Nel vano di accesso al tetto poi, dove sono collocati i pannelli di controllo delle antenne, sono stipati almeno una decina di tegolati da due metri per due. Sempre di eternit. Michele Castigliego, anche lui inquilino del civico 41, mostra il documento di Aler che conferma l’avvio delle procedure di appalto per lo smaltimento. Ma nulla è stato fatto. E se gli inquilini chiamano Aler «è un susseguirsi di segreterie telefoniche e diretti interessati fuori ufficio».

Altra questione, il pozzo nero del civico 41. «Si sta rompendo, è ormai a pezzi, spesso ostruito da massi che vanno ad intasarlo — aggiunge Francesco Morra — Le ditte di spurgo affermano di averlo segnalato ad Aler, ma finora ancora nessuna risposta. «Tra l’altro — interviene il vicino Luciano Paolis — la legge dice che è obbligatorio il collegamento diretto dei pozzi neri con la fogna, mentre noi siamo ancora qui con la biologica».