Sesto San Giovanni, 31 maggio 2011 - La Procura tira dritto. Non crede alla confessione - fra l’altro ancora parziale - del killer di Cinisello Balsamo. Non crede a quelle sue blande giustificazioni per cercare di dare un senso alla morte di una donna, una prostituta romena di 43 anni, Gianina Viorica Ganfalianu, trovata uccisa mercoledì mattina nel garage del muratore Antonio Giordano in vicolo Villa Rachele.

Mani e piedi legati, il collo stretto con un cavo elettrico alla trave di una mensola, le labbra tappate da uno spesso nastro adesivo che copriva anche parte del naso. No: è impossibile morire così, «per un gioco erotico finito male», come ha tentato di difendersi sabato l’assassino, durante l’interrogatorio per la convalida del fermo in carcere.

Legati e imbavagliati a quel modo, si muore solo perché c’è volontà e coscienza di uccidere. È questa la tesi della procura di Monza che sta seguendo le indagini. E parte proprio da questo punto fermo l’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Franca Macchia, che deve fare luce sulla vera natura dell’assassino. Un uomo di 44 anni, padre separato di due figli, da gennaio senza un lavoro stabile, le notti consumate nel vortice torbido delle strade del sesso a pagamento a Nord di Milano.

Un’inchiesta difficile, che si focalizza sul seminterrato di Cinisello per poi allargarsi a macchia d’olio ad altre scene del delitto che seguono copioni molto, troppo simili a quello che ha ucciso Gianina. Sul cui assassinio sopravvive più di un dubbio, a cominciare dall’ora del delitto: la prostituta è stata ritrovata mercoledì mattina e Giordano, il suo killer, ha confessato di averla condotta in vicolo Villa Rachele la sera di martedì, prima di mezzanotte.

L’omicidio, dunque, si sarebbe consumato in quelle dieci ore che separano l’abbordaggio in via Carducci a Sesto San Giovanni, con Giordano in veste di cliente, e la scoperta del cadavere fatta dai carabinieri. Ma questo lasso di tempo non convince: il muratore potrebbe aver incontrato e ucciso Gianina prima di martedì, presumibilmente la notte di lunedì. Si tratta solo di un’ipotesi, che potrà essere confermata solo dopo i risultati dell’autopsia sulla vittima. Mentre fondamentali, a questo punto, saranno gli esiti degli esami dei Ris di Parma sulle tracce biologiche trovate nel box.

Dagli esami si cercherà di capire se vi siano tracce che possano far pensare ad altri sacrifici umani consumati prima di quello di Gianina nello squallido garage. Solo a quel punto si potranno cominciare a fare raffronti più precisi con omicidi del passato. Un’ipotesi investigativa, quella del killer seriale, che avvalora la possibilità che Giordano non agisse da solo. Che, forse, il suo box dell’orrore potesse servire anche ad altri, amici, compilici. Per «dei giochi erotici» o per uccidere? Anche a queste domande dovrà rispondere il killer durante un nuovo interrogatorio, questa volta di fronte al pm, che si terrà probabilmente la prossima settimana.