Sesto San Giovanni, 3 febbraio 2011 – A poco più di un mese dalle nostre scorpacciate di cotechino e lenticchie, la palla dei festeggiamenti per il Capodanno passa in mano alla comunità cinese. Oggi infatti si celebra la ricorrenza che la tradizione orientale definisce festa di Primavera, ma che in Occidente è meglio nota come capodanno cinese. Arrivederci alla Tigre, il segno dell’oroscopo che ha presieduto ai mesi precedenti, largo al Coniglio: simbolo di sensibilità, acume intellettuale, grazia e delicatezza. A Sesto i festeggiamenti sono tutti in mano alla numerosa comunità di studenti che gravita intorno al Polo di Mediazione Linguistica dell’Università Statale. Sono 220 i ragazzi nati all’ombra della Grande Muraglia che oggi studiano nelle aule sestesi: l’appuntamento è per sabato sera allo SpazioA di via Maestri del Lavoro, dove dall’ora dell’aperitivo gli universitari saluteranno l’ingresso del nuovo anno.

Padroni di casa tre ragazzi che si sono conosciuti sui banchi dell’ateneo di piazza Montanelli: Sarah Manganotti e Li Ya Zhuo, che si sono occupate della parte organizzativa, Xiao Lu Wei invece alla consolle del dj. Li e Lu — lei di Pechino, lui di Jian Du, la regione colpita dal sisma nel 2010 — sono arrivati nel nostro paese con il programma culturale Marco Polo, che, sulle orme dell’esploratore veneziano, avvicina gli universitari di Italia e Cina e consente loro di studiare negli atenei dei due paesi. Epicentro il distaccamento della Statale a Sesto, dove si organizzano i corsi universitari di italiano. Entrambi hanno scoperto la passione per le lingue in Cina: la nostra lingua però, hanno deciso di impararla proprio nel Belpaese, dove entrambi vivono dal 2009 e dove hanno preso confidenze con le tradizioni tricolore, dall’abbigliamento alla cucina, dalla lingua alla storia.

Prove di convivenza e di collaborazione: come auspica il segno del Coniglio, che nell’oroscopo cinese è il simbolo della diplomazia e dell’amicizia. “Mai come adesso la Cina è vicina”, chiosa Alessandra Lavagnino, che a Sesto dirige l’istituto Confucio, istituzione che diffonde la conoscenza della lingua e cultura cinese. Il fatto che molti studenti cinesi arrivino a Sesto a studiare la lingua e la civiltà del Belpaese per lei è un fatto strategico. “Significa che la futura élite del paese viene affidata ai nostri docenti perché la formino e la educhino — spiega —. Questo è un compito cruciale”. Anche perché, ci tiene a sottolineare la Lavagnino, le due culture sono molto più simili di quanto si possa immaginare: “Entrambe le società hanno un profondo rispetto per la famiglia e una forte attenzione alla socialità e all’amicizia”. Bando invece, a tabù e pregiudizi: «Dobbiamo entrambi prendere le misure e imparare a confrontarci». Così anche Sesto la rossa si scoprirà un po’ più “gialla”.