Bollate, 25 gennaio 2011 - L’impero di Vincenzo Mandalari spaziava in svariati campi imprenditoriali. Per ricostruire il suo giro di soldi e di speculazioni non ci si può limitare alla sola Bollate. Gli affari del presunto boss della ’ndrangheta arrestato venerdì dopo oltre sei mesi di latitanza si allargavano a tutto l’hinterland. Affari leciti e illeciti, secondo la procura. Da ieri il suo nome compare legato anche a un’altra denuncia per estorsione. Una denuncia presentata da due imprenditori, residenti a Caronno Pertusella e a Rho.

Tra fatture non pagate per lavori edili contestati ad arte da un cartello di aziende vicine alla ‘ndrangheta e soldi elargiti senza alcun titolo a personaggi minacciosi, un’azienda dell’hinterland per un appalto ha intascato solo 7.000 euro sui 115mila previsti. La differenza, di ben 108 mila euro, più del 90% del totale, sarebbe andata alla malavita organizzata. Ma in cosa consistevano gli affari di Mandalari? Carismatico capobastone, imprenditore edile, guardava all’Expo ma intanto governava il territorio negli appalti sul movimento terra, gli scavi e le fognature.

La sua impresa Imes srl, intestata alla madre, aveva appalti con molti Comuni dell’hinterland. Aveva amicizie politiche che sfruttava per realizzare i suoi sogni di grandezza. Ma non bastava. Come emerge dalle intercettazioni aveva un «progetto elettorale»: voleva costituire una lista civica per partecipare alle amministrative di Bollate e favorire i suoi interessi. Mandalari era poi riuscito a far assumere alla Ianomi (Infrastrutture Acque Nord Milano) Orlando Vetrano, figlio di suo cugino Annunziato, entrambi arrestati il 13 luglio.

Vetrano doveva procurare a Mandalari gli appalti. Il nome del boss compare anche nell’inchiesta di Sos Racket e Usura sull’ex cava Bossi di Bollate dove, denuncia l’associazione, «dovevano essere scaricati rifiuti tossici». E a Paderno si indaga su appalti in Comune. Mandalari, sempre tramite la Imes, sarebbe riuscito ad avere in subappalto il servizio di spalatura neve fino allo scorso anno. E, tramite prestanomi, si sarebbe aggiudicato i lavori di urbanizzazione di via Puecher per un valore complessivo di 860.000 euro. Per verificare le procedure di affidamento dei lavori è stata nominata anche una commissione di controllo bipartisan, chiamata a relazionare in Consiglio comunale entro il 30 aprile.

Intanto Manuel Gabrielli, l’avvocato di Vincenzo Mandalari, ha ribadito: «Non è un boss della ’ndrangheta come viene descritto negli atti giudiziari e dai giornali. Vuole dimostrare questo e si difenderà da tutti i capi d’accusa».
Il primo colloquio con gli inquirenti c’è stato sabato scorso, in carcere a San Vittore, dove è stato trasferito dopo l’arresto. È fissato per oggi l’interrogatorio per la convalida dell’arresto.