Sesto San Giovanni, 10 novembre 2010 - Ha appena preso casa a New York, per stare più vicino al suo progetto più grande, il grattacielo da 63 piani al 400 della Fifth Avenue. Ma dopo il taglio del nastro del palazzo progettato da Charles Gwathmey di venerdì sera, con una cerimonia elegante ma sobria com’è nello stile del personaggio (presenti tra gli altri il vicesindaco di New York Robert Steel, l’ambasciatore italiano negli Usa Giulio Terzi di Sant’Agata, l’onorevole Lupi e tra i vip la coppia Colombari-Costacurta), per Davide Bizzi è tempo di guardare a Sesto. E di trasferircisi, se non con un appartamento, almeno con gli uffici della Sesto Immobiliare, che apriranno il 19 novembre. Perché ora tutte le energie saranno concentrate sulle aree ex Falck, acquistate da Risanamento a fine ottobre per 405 milioni di euro.

La prima sfida è far dimenticare le traversie degli ultimi anni e spingere tutti, dai media ai cittadini, ad abbandonare il condizionale per abbracciare il futuro prossimo, quando si parla del suo progetto. «Io faccio sul serio» ripete. E sembra questo, al momento, il filo conduttore del suo operato, lontano dai riflettori e presente sul campo. Un low profile abbinato a tempistiche aggressive che a New York ha portato in soli quattro anni, di cui due di cantieri, alla nascita del 400 Fifth Avenue. «Peccato che Sesto non sia New York», sospira. «Qui — racconta dal bar dell’hotel che occupa i primi 28 piani del grattacielo — i tempi della burocrazia sono chiari e rispettati. In Italia non è così, purtroppo». E a chi gli chiede conto dei tempi per la rinascita delle ex aree Falck risponde che «non dipende da noi ma dai sestesi».

Non è il rapporto con Renzo Piano né l’ipotesi di dover ridimensionare i costi del progetto a preoccupare l’immobilista («Sono state dette cose inesatte, con Piano c’è pieno accordo — assicura Bizzi —. Al momento stiamo decidendo se far seguire il progetto all’ufficio di Parigi, com’è stato finora, o a quello di Genova»). No, sono i tempi della politica, sestese ma non solo. Con le bonifiche che dovrebbero partire tra otto mesi, appena arriverà il via libera dal Ministero dell’Ambiente (l’area è sito di bonifica nazionale), il vero problema saranno i tempi del via libera al Piano integrato d’intervento, che verrà presentato entro la fine di quest’anno e che deve passare da Comune, Provincia e Regione.

Per i cantieri non si aspetterà la fine della bonifica, prevista tra cinque anni, ma i tre soggetti coinvolti, Sesto Immobiliare, Corte Inglés per la parte commerciale e il consorzio bolognese delle cooperative Ccc per l’edilizia convenzionata, lavoreranno in parallelo sulle zone già ripulite. «Spero che le forze politiche sestesi e gli stessi cittadini capiscano l’importanza di un progetto del genere. Bloccarlo per polemiche sarebbe da folli». La forza lavoro, in primis. «Nel cantiere americano erano impiegate 470 persone — spiega Bizzi —. E quello era il 5 per cento del progetto Falck, basta fare le proporzioni».

E poi c’è l’indotto, «quante persone arriveranno a Sesto? — si chiede retoricamente Bizzi —. Una massa che significa lavoro per alberghi, ristoranti». L’appello alle forze politiche è chiaro, il rapporto con la Giunta e col sindaco Oldrini «è ottimo». Le premesse per la rinascita delle Falck ci sono. L’Expo 2015, termine per la realizzazione della prima fase del progetto Piano, non è così lontano.