Lontano dal cuore, arriva il primo defibrillatore sotto pelle

Negli ospedali di Vizzolo e Cernusco impiantati in due pazienti cardiopatici dispositivi salva-vita distanti dl cuore e vasi sanguigni

Il primario Filippo Ottani

Il primario Filippo Ottani

Vizzolo Predabissi (Milano), 11 maggio 2021 – Tecniche chirurgiche mini-invasive per interventi salvavita. Nei giorni scorsi l’équipe di cardiologia dell'Asst di Melegnano e della Martesana, guidata da Filippo Ottani, ha effettuato il primo impianto del defibrillatore sottocutaneo “Emblem”. Si tratta di un dispositivo compatibile con la risonanza magnetica, il primo e unico al mondo che viene inserito sotto pelle senza toccare il cuore, né i vasi sanguigni. Il medesimo intervento è stato eseguito, negli ospedali di Vizzolo Predabissi e Cernusco sul Naviglio, su due pazienti: una donna affetta da cardiomiopatia e un uomo di 70 anni, affetto a sua volta da cardiomiopatia “e infarto del miocardio con pregresso intervento di by-pass privo di accessi venosi. Il defibrillatore sottocutaneo – evidenzia Ottani, primario al Predabissi - è risultato la migliore opzione terapeutica per il paziente”.

L’impianto è stato effettuato con un metodo innovativo, che permette di avvalersi dei benefici della terapia senza ripercussioni sull'aspetto fisico. “La tecnica – spiega Ottani - è nota come chirurgia intermuscolare. Grazie alle sue caratteristiche di non invasività (il sistema non necessita dell’inserimento di elettrocateteri nel cuore), il defibrillatore sottocutaneo costituisce una straordinaria alternativa, in termini di efficacia e sicurezza, rispetto ai defibrillatori tradizionali. Un dispositivo di ultima generazione che, non toccando né il cuore né i vasi sanguigni, richiede una procedura d’impianto minimamente invasiva, permettendo ai medici d'intervenire in condizioni di grande sicurezza ed eliminando le possibili complicanze (infezioni, rotture, malfunzionamenti) spesso legate proprio all’inserimento di elettrocateteri nel cuore, oltre a permettere di ottenere importanti benefici funzionali ed estetici”. Soddisfazione è stata espressa anche dal dottor Fabio Bruni, che ha effettuato l’impianto sul 70enne in collaborazione coi colleghi Michele Catalano e Paolo Valli. “Grazie a queste tecnologie – dicono gli specialisti – possiamo proteggere il cuore da aritmie maligne, evitando di toccare il sistema venoso e le camere cardiache, oltre a non precludere l'accesso a esami di risonanza magnetica che si rendessero necessari”. "Oggi chi vive nella nostra area e soffre anche di gravi patologie cardiache – chiosa il direttore sanitario dell'Asst Valentino Lembo - ha a disposizione servizi sempre più innovativi, efficienti e mirati grazie alle altissime competenze mediche e scientifiche dei nostri specialisti, al pari con le ultime novità tecnologiche.