Tumori al seno, parte la campagna Ora pOSSO contro la fragilità ossea: ecco cosa mangiare

La nuova edizione richiama l’attenzione sull’alimentazione: per pazienti in terapia ormonale adiuvante una dieta che permetta la giusta integrazione di calcio e vitamina D

Il tumore al seno è al primo posto fra i tumori femminili

Il tumore al seno è al primo posto fra i tumori femminili

Fondata sull’ascolto delle pazienti e giunta alla sua quarta edizione, la campagna di prevenzione “Ora pOSSO le donne con tumore al seno contro la fragilità ossea”, accompagna le donne colpite da tumore al seno, in un percorso di conoscenza della fragilità ossea e dell’aumento del rischio di fratture, come conseguenza delle terapie ormonali adiuvanti. Si amplia la rete dei sostenitori di Ora pOSSO: ai partner Amgen, Europa Donna Italia e FIRMO, si aggiunge il patrocinio di ROPI (Rete Oncologica Pazienti Italia), Susan G. Komen Italia e W4O (Women for Oncology), e il sostegno dello sponsor tecnico Acqua Uliveto.

 Questa edizione richiama l’attenzione sull’alimentazione, che per le donne con tumore al seno assume grande importanza. In particolare per le pazienti in terapia ormonale adiuvante è necessaria una dieta equilibrata che permetta la giusta integrazione di calcio e vitamina D. La pagina facebook EuropaDonnaItalia ospiterà un calendario mensile di dirette per approfondire con gli specialisti tematiche legate alla fragilità ossea e ai corretti stili di vita. Sul sito dedicato ossafragili.it/oraposso è possibile trovare tutti gli strumenti utili alle pazienti, come per esempio i programmi specifici di attività fisica dedicati alle pazienti per aiutarle a ‘sapersi muoverè e mantenere le ossa in salute e a “saper chiedere” per costruire un dialogo efficace con lo specialista e a settembre sarà disponibile un booklet con alcune informazioni pratiche per una dieta bilanciata. Il tumore al seno è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne in Italia.2 Ogni anno se ne ammalano circa 55 mila donne: il 41% nella fascia d’età fino ai 49 anni, il 35% dai 50 ai 69, il 22% oltre i 70 anni.

 “Il trend è in costante crescita, ma grazie alla diagnosi precoce combinata con cure sempre più efficaci, è aumentata l’aspettativa di vita - afferma Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia e Divisione di Senologia Chirurgica IEO Istituto Europeo di Oncologia e ordinario Chirurgia Generale, Università degli Studi di Milano -. Circa 8 pazienti operate al seno su dieci ricevono terapie ormonali adiuvanti, che permettono una sopravvivenza a cinque anni superiore al 91%. Ma l’effetto di queste terapie sull’azione degli estrogeni, comporta effetti collaterali importanti, specie nelle donne più giovani: si ha un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, il cambiamento dell’attività metabolica, con la possibilità di andare incontro ad aumento di peso, diabete e altre patologie spesso correlate con la menopausa, e una situazione di fragilità ossea con un aumento del rischio di fratture”.

 A livello scheletrico la riduzione repentina dei livelli di estrogeni indotta dalle terapie ormonali adiuvanti espone le pazienti a un’alterazione della qualità ossea e a un maggiore riassorbimento osseo, con aumento del rischio di fratture da fragilità anche per traumi minori, spesso anche con valori di densità minerale ossea normali. È per questo importante intervenire in maniera tempestiva con terapie in grado di ridurre fino al 50% il rischio di fratture da fragilità. 

“L’improvvisa riduzione degli estrogeni causata dalle terapie ormonali adiuvanti ha forti ripercussioni sulla salute in generale e su quella delle ossa in particolare, perché questi ormoni hanno un ruolo fondamentale nel processo di rimodellamento osseo - spiega Maria Luisa Brandi, presidente dell’Osservatorio Fratture da Fragilità (OFF) -, infatti causano fragilità ossea e fanno impennare il rischio di fratture anche in seguito a minimi traumi. L’avambraccio è statisticamente quello che ne fa maggiormente le spese, ma tutte le ossa diventano più fragili”. 

L’indagine condotta da Europa Donna Italia su 307 pazienti con tumore al seno dai 18 anni agli oltre 60 evidenzia che il 97% di loro è a conoscenza degli effetti collaterali a carico dell’apparato scheletrico delle terapie ormonali adiuvanti: il 54% ha ricevuto dall’oncologo informazioni sulla fragilità ossea collegata alle terapie ormonali adiuvanti, nel 14% dei casi le campagne informative sono state fonte di informazi one per venire a conoscenza della problematica, mentre il 10% ha cercato informazioni indipendentemente, il 7% le ha ricevute dall’endocrinologo, il 4% dal medico di base e il 6% tramite associazioni pazienti. A quasi una paziente su due non è stata tuttavia prescritta una terapia per proteggere le ossa e quasi la metà segue una dieta mirata. 

“I dati dicono che 1 su 4 fra le donne ammalate di tumore al seno subisce le conseguenze della fragilità ossea indotta dalle terapie ormonali con inibitori dell’aromatasi” afferma Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia. Dalla survey di Europa Donna Italia emerge che l’87% delle donne con tumore al seno è consapevole del fatto che l’alimentazione può essere un prezioso alleato per la salute delle ossa e addirittura il 97% è a conoscenza dell’importanza di calcio e vitamina D per salvaguardare il benessere dell’apparato scheletrico. Ma il passaggio dalla teoria alla pratica vede abbassarsi le percentuali: poco più della metà (58%) delle pazienti ha cambiato abitudini alimentari dopo la diagnosi di tumore al seno e sono appena il 66% quelle che assumono integratori di calcio e vitamina D. 

Altri dati che meritano una riflessione: solo il 33% delle pazienti consapevoli del ruolo giocato dall’alimentazione per la salute delle ossa ha ricevuto un’indicazione dal proprio medico di riferimento, mentre il 36% di quante seguono una dieta mirata si è affidato esclusivamente al web per sapere quali cibi preferire. Il 77% delle intervistate indica proprio l’alimentazione tra i temi che vorrebbe fossero affrontati dalla campagna Ora pOSSO, insieme con l’attività fisica, i dolori legati alle cure ormonali e la prevenzione dei problemi alle ossa. 

“I pilastri che si affiancano alle terapie antiriassorbitive per contrastare la fragilità ossea indotta nelle donne con tumore al seno in terapia ormonale adiuvante sono una dieta bilanciata, che assicuri calcio e vitamina D, fondamentali per la salute delle ossa, se necessario e secondo un piano di integrazione stabilito dallo specialista l’uso di integratori per garantire l’apporto di queste sostanze e una moderata ma regolare attività fisica, che aiuta a stimolare i tessuti muscolo scheletrici e contribuisce a ridurre il rischio di cadute e fratture“, avverte Lucilla Titta, nutrizionista, coordinatrice del progetto SmartFood, programma di ricerca in Scienze della nutrizione promosso dall’Istituto Europeo di Oncologia.

“A partire dai 25 anni l’alimentazione è sempre importante per la salute delle ossa delle donne. E lo diventa ancora di più per le pazienti con tumore al seno in terapia ormonale adiuvante che hanno un aumentato fabbisogno di calcio da 800 mg a 1.200 mg al giorno: combinare agli integratori un’alimentazione mirata diventa una necessità assoluta“. Oltre ai latticini sono tanti gli alimenti vegetali ricchi di calcio che possono contribuire a una dieta bilanciata: per esempio cavolo nero, semi di sesamo, fagioli di soia, mandorle e fichi secchi. Per fare scorta di vitamina D, bisogna dare spazio nel menu a pesce (in particolare spigola, sgombro, triglie, alici) e uova. Curiosità: anche i funghi giapponesi Shiitake sono un’ottima fonte di vitamina D. Da evitare è invece l’alcol e va ridotto il sale..