Diagnosi sbagliata per un tumore al seno, paziente risarcita con centomila euro

Dal dicembre 2016 la donna aveva sofferto un danno biologico permanente con una perdita di chances di sopravvivenza

Il tumore al seno resta la neoplasia più frequente tra le donne

Il tumore al seno resta la neoplasia più frequente tra le donne

Milano - Si chiude con un risarcimento di quasi 100mila euro la brutta vicenda che ha visto protagonista una donna lombarda vittima di malasanità e coincidenza vuole che questo avvenga a un mese dal consueto appuntamento di ottobre con la campagna di sensibilizzazione per la prevenzione del tumore al seno, sostenuta da AIRC e LILT. 

La storia nasce da un colpevole ritardo diagnostico in oncologia per un tumore della mammella, dovuto alla erronea refertazione di un esame, la paziente infatti aveva sofferto un danno biologico permanente con una perdita di chances di sopravvivenza. Tutto parte nel dicembre del 2016, quando la donna, nel contesto di una familiarità alla neoplasia mammaria, si sottopone a un esame mammografico di routine in una struttura sanitaria privata della provincia di uno dei capoluoghi lombardi. 

L’esame eseguito, documentato su pellicola radiografica, viene refertato in modo grossolanamente asintono rispetto ai radiogrammi, trascurando una chiara immagine a elevata densità nodulare al seno sinistro. Da qui nasce il grave ritardo diagnostico e terapeutico della patologia tumorale, scoperta in stadio avanzato solo un anno più tardi, in un successivo controllo in una struttura sanitaria pubblica. 

Il nuovo quadro clinico della paziente, drammaticamente mutato nell’evoluzione della patologia tumorale – dallo stadio I allo stadio III – la costringe a una mastectomia bilaterale, con un peggioramento delle possibilità di guarigione e di sopravvivenza. A seguire il lungo e accurato iter giudiziario conclusosi in questi giorni con il risarcimento da 92mila euro è stato lo Studio Legale Chiarini di Urbino, tra i più attivi in Italia nel settore medmal.