Lombardia, prima dose di vaccino alla maggioranza dei malati di cancro

Il dato: dei 100mila morti di Covid-19 in Italia circa il 16% sono persone con una storia di tumore

La Lombardia ha accelerato la vaccinazione dei pazienti oncologici

La Lombardia ha accelerato la vaccinazione dei pazienti oncologici

Milano - In Lombardia “la grande maggioranza dei pazienti oncologici (in questa fase, i pazienti con tumore in stadio avanzato e non in remissione, quelli in corso di terapia mielo/immunosoppressiva e quelli che hanno terminato una terapia mielo/immunosoppressiva da non più di 6 mesi) ha ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid e la maggior parte delle strutture ospedaliere sta per ultimare con la seconda dose il processo di vaccinazione per loro pazienti che hanno in carico”. A fare il punto è Marco Danova, coordinatore di Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) Lombardia, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina interna a indirizzo oncologico dell’ospedale di Vigevano, Asst di Pavia.

L’occasione per tracciare un bilancio è stato un webinar organizzato da Ropi (Rete oncologica pazienti Italia), con la partecipazione dei referenti delle 5 reti regionali oggi operative nel nostro Paese, affiancati da esperti e rappresentanti istituzionali. Fra gli obiettivi, anche quello di “superare le diversità sul piano pratico che ancora ci sono a livello regionale nell’erogazione dei vaccini” contro il coronavirus pandemico, spiegano da Ropi. L’iniziativa è giunta al terzo appuntamento e, dopo aver ascoltato i coordinatori di 10 Regioni (Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Campania, Piemonte, Sicilia, Emilia Romagna, Puglia, Marche), ora tocca alle altre 10 tra cui la Lombardia. Sul rapporto Covid e tumori, inoltre, è già disponibile per cittadini, pazienti e associazioni un Quaderno informativo su www.reteoncologicaropi.it.

Dei 100mila morti di Covid-19 in Italia - ricorda la Ropi - circa il 16% sono persone con una storia di tumore. I pazienti oncologici, se colpiti dal virus, rischiano di più a livello di complicanze gravi e ospedalizzazione. Per questo sono stati inseriti, secondo le raccomandazioni ministeriali, tra le categorie da vaccinare con priorità nella seconda fase del piano vaccinale. Dagli incontri promossi dalla Rete, emerge che “ci sono ancora differenze regionali sia dal punto di vista della gestione dell’emergenza sia da quello della comunicazione ai pazienti su tempi e percorsi. Con il risultato che spesso questi ultimi si ritrovano spaesati”.

“I pazienti oncologici hanno già iniziato a vaccinarsi con le prime dosi, e in alcuni casi sono già in corso i richiami per la seconda dose - precisa Stefania Gori, presidente di Ropi - Le nostre reti sul territorio serviranno a dare loro un aiuto in più, ricordando per esempio che, anche dopo essere stati vaccinati, sarà fondamentale continuare a seguire le regole di comportamento che hanno osservato finora: il distanziamento interpersonale, l’accurata igiene delle mani e via elencando”.

In Lombardia, “in concomitanza con l’inizio della pandemia di Sars-Cov-2 - evidenzia Danova - erano in avanzata fase di studio azioni per una rimodulare l’impianto della Rete oncologica lombarda”, la Riol nata nel 2005, “per un’offerta di cura di qualità, appropriata e orientata ai più efficaci ed efficienti modelli organizzativi. In particolare - precisa il coordinatore dell’Aiom regionale - era stato definito il passaggio da un modello di rete inteso principalmente come network clinico-scientifico a una rete clinico-assistenziale con una più spiccata vocazione organizzativa. Era stata inoltre ridefinita la governance delle reti attraverso la costituzione di organismi di coordinamento per ogni singola rete che deve contenere gli elementi fondamentali per la sua costituzione e/o evoluzione al fine di garantire continuità, appropriatezza e sostenibilità delle cure. Tutto questo era già stato inserito tra gli obiettivi delle Agenzie di tutela della salute e delle Aziende socio sanitarie territoriali e inserito tra gli obiettivi dei direttori generali”.

Benché con l’avvento della pandemia la programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale del 2021 sia stata totalmente condizionata dall’emergenza, che ha stravolto le priorità delineate negli scorsi anni, “in ogni caso - conclude Danova - una recente deliberazione di Regione Lombardia circa gli indirizzi di programmazione per l’anno 2021 definisce quali obiettivi prioritari della Rol: mantenere monitorata l’attività della Rete delle Breast Unit; censire e definire la Rete dei tumori rari; individuare modelli organizzativi delle reti per i tumori solidi; implementare il Registro sperimentazioni cliniche; approfondire la tematica relativa all’oncofertilità”.