Dagli aruspici latini alla zuppa coi fagioli: tutto quel che c’è da sapere sul cavolo nero

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“Wish you were here “ (vorrei tu fossi qui) è il canto di dolore di Roger Waters, frontman dei Pink Floyd, dedicato al padre ufficiale britannico morto nello sbarco di Anzio nel 1944. Questo sbarco degli alleati fu una tragedia immensa piena di violenza ed errori. In primis l’assurdo bombardamento della abbazia di Montecassino e poi le violenze dei Goumiers (soldati alleati nordafricani) nei confronti delle donne laziali (vedi ’La Ciociara’ con Sophia Loren). A questo si aggiungano le migliaia di morti dei soldati britannici ed americani, fra cui il padre di Roger.

La piana di Latina ha impiegato decenni per curare queste ferite e adesso è la regina della agricoltura italiana. Gode infatti di un clima speciale, caldo di giorno gelido la notte. Questo shock termico è utilissimo per la coltivazione del cavolo nero potente nutraceuta che ricava sapore e vitamine proprio da queste anomalie termiche. È un po’ quello che accade con sanguinelle e tarocchi nel catanese, agrumi che maturano creando pigmenti rossastri grazie proprio al brusco cambio climatico nelle 24 ore.

Il cavolo nero, grazie ai tanti steroli presenti nelle sue foglie abbassa fortemente colesterolo e trigliceridi oltre a svolgere profilassi antitumorale. La zuppa di fagioli e cavolo nero è semplicemente stratosferica.

Curiosità: gli storni sono uccelli estremante ghiotti di cavolo nero; spesso dopo aver disegnato a milioni stupende immagini nel cielo piombano (ahimè) su queste piante divorandole. Ben lo sapevano gli Aruspici romani che si recavano nei campi di cavolo per osservare queste evoluzioni degli storni nei cieli, riuscendo così a predire il futuro. Il termine auspicio deriva infatti da “Aves spectare” ovvero osservare gli uccelli.

Ciro Vestita