Covid, ecco la pillola che lo cura. Fauci: "Risultati impressionanti". Pregliasco: "Bene"

Le parole del noto virologo americano in prima linea nella lotta al virus

I laboratori della Merck dove si produce il Molnupiravir

I laboratori della Merck dove si produce il Molnupiravir

Secondo il più noto virologo americano, Anthony Fauci, in prima linea nella lotta al Covid, la pillola antivirale Molnupiravir, per la quale l'azienda Msd ha annunciato che chiederà in tempi brevi il via libera a diversi enti regolatori nel mondo, evidenzia sul coronavirus dei risultati "Impressionanti". Per certificare la sua efficaciaa, secondo quanto annunciato da Msd e Ridgeback Biotherapeutics, secondo i dati forniti dai test riduce di circa il 50% il rischio di ricovero e morte nei pazienti con Covid in forma lieve o moderata. Anche per il virologo milanese Fabrizio Pregliasco "è interessante come approccio. Siamo ancora in fase 3" di sperimentazione e in attesa di ok, "quindi non bisogna dire che subito domani mattina tutti avranno la possibilità di avere questa terapia, ma sicuramente è un'arma che servirà sul fianco dei malati, che ci saranno ancora. Perché, anche con elevatissime coperture vaccinali, la malattia Covid sarà endemica e quindi dobbiamo assolutamente avere terapie per gestire e azzerare il costo sociale e il dolore causati dai casi gravi di questa patologia".

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Per Pregliasco resta "fondamentale considerare l'importanza di un farmaco maneggevole - spiega commentando una qualità dell'antivirale orale sperimentale, cioè la sua possibilità di un uso a domicilio - Ci sarà questo, ma ce ne sono già anche altri di strumenti che ci aiutano sul fronte terapie per malati Covid. Come anakinra", per il quale l'agenzia italiana del farmaco Aifa ha dato via libera all'utilizzo anche in Italia in alcune tipologie di pazienti Covid ospedalizzati, insieme ad altre due molecole. Sono "farmaci che hanno un'azione immunomodulante, e va ricordato anche tocilizumab. Strumenti interessanti che stanno consolidando con i tempi della scienza un approccio più proattivo. Ad oggi dobbiamo dire che il cortisone e l'eparina, da dare quando serve senza eccedere, rappresentano già un modo di trattare al meglio possibile".

C'è poi tutta l'esperienza acquisita "nella gestione respiratoria, senza che sia troppo invasiva e che quindi non danneggi i polmoni".  Insomma, continua il virologo, "è importante considerare che ci sono tanti approcci, e non tutti sono arrivati in fondo. Ci sono più farmaci in corsa. Gli ultimi 4 che si sono resi disponibili mostrano che si è arrivati a uno step successivo a fasi di ricerca e quindi a un'applicazione. Ci sono poi gli anticorpi monoclonali, un altro elemento fondamentale. Nell'arco di alcuni mesi avremo sempre più evidenze e disponibilità di farmaci terapeutici. Però - avverte Pregliasco - non ci devono far abbassare la guardia rispetto al fatto che il vaccino, pur non permettendo un'immunità di gregge, ci porterà a una convivenza sempre più 'civile' col virus".

Pillola anti Covid
Pillola anti Covid

Sempre Fauci insiste sulla grande efficacia della terza dose del vaccino. Il virologo parla di un innalzamento dell'effetto scudo "fino a 44 volte" dopo il richiamo. "A 15 giorni dalla somministrazione della terza dose di Moderna - ha detto il super esperto Usa, secondo quanto riferito in una nota della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti - rispetto a più varianti possiamo vedere un aumento della protezione di 23 volte" contro "la mutazione D614G (la prima rilevante rispetto al ceppo originario di Wuhan, ndr), di 32 volte rispetto alla mutazione B.1.351", detta 'sudafricana' e "infine di 44 volte rispetto alla mutazione P.1", detta 'brasiliana'.  "

Dati simili a quelli rilevati per il booster Pfizer e indistintamente in giovani e anziani, nei quali si sono avuti drastici aumenti dei livelli anticorpali e della protezione relativamente alle forme gravi di malattia e alle infezioni", ha illustrato Fauci ricordando i l'importanza della protezione vaccinale, specie alla luce dell'impatto della variante Delta di Sars-CoV-2, la cui trasmissibilità "è molto più efficiente delle altre varianti e la carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infette è fino a mille volte superiore rispetto ad altre varianti come la Alfa. Negli Stati Uniti questo ha comportato un calo di efficacia dei vaccini contro forme gravi di malattia con conseguenti ricoveri, che è dal 91 all'81% per Moderna e dall'85 al 75% per Pfizer".