Covid 19: entro dieci anni sarà un comune raffreddore

E' quanto sostiene un gruppo di scienziati americani che ha realizzato un preciso modello matematico

Raffreddore

Raffreddore

Mentre in tutto il mondo le campagne vaccinali cominciano a dare i primi risultati in termini di diminuzione del contagio da Coronavirus, altre buone notizie arrivano dalla ricerca sulla diffusione del Covid 19. Numerosi esperti ritengono infatti che il coronavirus SARS-CoV-2 da pandemico (cioè diffuso globalmente) diventerà endemico (e quindi diffuso solo a livello locale), riducendo progressivamente la sua aggressività fino a renderlo molto simile ad un comune e raffreddore.

Questo positivo scenario, che dovrebbe verificarsi entro una decina d'anni, è stato descritto da due differenti gruppi di scienziati: quelli dell'Università Columbia di New York autori dell'articolo “Will SARS-CoV-2 become endemic?” e i colleghi dei Dipartimenti di Biologia delle università Emory e Statale della Pennsylvanya, responsabili dello studio “Immunological characteristics govern the transition of COVID-19 to endemicity”.Una ulteriore ricerca basata su uno specifico modello matematico progettato per prevedere la "traiettoria" della pandemia è inoltre giunta allo stesso identico risultato. Grazie alle diverse simulazioni effettuate, il destino del coronavirus SARS-CoV-2 sembra essere esattamente lo stesso di altri coronavirus umani circolanti, responsabili appunto del semplice raffreddore.

Questi scienziati, appartenenti al Dipartimento di Matematica dell'Università dello Utah e coordinati dal professor Fred Adler, docente di matematica presso l'ateneo di Salt Lake City, sono giunti alle loro conclusioni mettendo a punto un sofisticatissimo modello matematico in grado di prevedere quando l'interazione tra tre specifici fattori porterà il virus Covid 19 a non essre più così aggressivo e virulento grazie alla trasformazione in patogeno endemico. I tre fattori presi in esame sono la gravità delle infezioni consecutive; la suscettibilità all'infezione severa in base all'età e la riduzione della gravità grazie all'immunità parziale, innescata sia dalla campagna vaccinale che dalle precedenti infezioni.

Il modello matematico funziona elaborando la nostra risposta immunitaria in base ai dati raccolti durante la pandemia; tra le informazioni "date in pasto" al modello affinché le elaborasse, figurano ad esempio la bassa probabilità che i bambini sviluppino la forma grave della COVID-19, la proporzionalità tra la quantità di virus con cui si entra in contatto e la gravità della patologia che si sperimenta e il fatto che gli adulti immunizzati risultano più protetti dalla forma grave dell'infezione. Combinando diversi scenari, le simulazioni portavano sempre a un'evoluzionepositiva del coronavirus SARS-CoV-2. "I risultati suggeriscono che i cambiamenti nella malattia potrebbero essere guidati da adattamenti della nostra risposta immunitaria piuttosto che da cambiamenti nel virus stesso", hanno sottolineato gli autori dello studio. Una buona notizia che fa ben sperare per l'evoluzione di questa terribile malattia che, fino ad ora, ha causato la morte di oltre 3,4 milioni di persone in tutto il mondo, oltre125mila delle quali nel nostro Paese.