Covid: ecco come il virus attacca i centri nervosi del respiro

Studio della Statale di Milano dimostra che la polmonite è solo la punta dell'iceberg

Covid

Covid

Milano - Respiro corto, affanno, fame d'aria, dispnea. Sono alcuni dei sintomi più frequenti e ormai noti del Covid-19, che attacca in primis i polmoni, ma non si ferma lì. Quello che non è altrettanto noto è che i problemi respiratori correlati al virus dipendono anche dall'attacco ai centri nervosi che nel cervello controllano il respiro. E' quanto emerge da uno studio del Dipartimento di Scienze della salute dell'università Statale di Milano, Polo dell'ospedale San Paolo, pubblicato sul ''Journal of Neurology''.  Lo studio apre nuovi scenari e dimostra che la punta dell'iceberg del Covid-19 è a livello polmonare, ma si possono anche verificare "danni neurologici correlati che nella fase acuta della malattia sono mascherati dal quadro polmonare e infettivo", spiega Alberto Priori, direttore della Clinica neurologica della Statale.

La scoperta: alterati circuiti nervosi del respiro

In particolare la ricerca dimostra che "nei pazienti Covid-19 gravi, ricoverati in rianimazione e sottoposti a ventilazione meccanica, sono alterati i circuiti nervosi proprio nel tronco cerebrale dove si trovano anche i centri di controllo della respirazione".  "Undici pazienti Covid intubati sono stati studiati e confrontati con un gruppo di controllo di pazienti intubati senza Covid-19 e un gruppo controllo di soggetti completamente normali - riferisce Tommaso Bocci, che ha coordinato il lavoro. In tutti è stato valutato con una metodica elettromiografica il riflesso glabellare o di ammiccamento (anche detto 'blink'). Il riflesso glabellare fa in modo che, in condizioni normali, uno stimolo cutaneo sul sopracciglio induca in pochissimi milllisecondi una chiusura dell'occhio proteggendolo da possibili agenti lesivi. Il circuito di questo riflesso è a livello del tronco cerebrale. L'osservazione principale riportata dal nostro studio è che nei pazienti Covid-19 il riflesso glabellare era gravemente alterato o assente, indicando quindi una grave disfunzione dei circuiti del tronco cerebrale". 

Covid: la polmonite è solo la punta dell'iceberg

"Nei primi pazienti Covid-19 ricoverati in rianimazione avevamo osservato clinicamente alterazioni respiratorie che non erano spiegate solo dalla compromissione degli scambi, ma che potevano originare da alterazioni neurologiche del tronco encefalico - sottolinea Davide Chiumello, direttore della Rianimazione all'ospedale San Paolo, fra gli autori dello studio -. L'osservazione con metodiche neurofisiologiche documenta e conferma l'ipotesi che l'alterazione respiratoria, pur essendo in gran parte determinata dalla polmonite, è amplificata da effetti della malattia sul tronco encefalico". Ma non è tutto. Secondo Priori "Gli effetti neurologici dell'infezione hanno un decorso diverso nel tempo, forse più prolungato, che stiamo iniziando a studiare solo adesso".