Asma, non sottovalutare i sintomi

La ricerca clinica individua per ogni tipologia le cure adeguate che vanno seguite senza pericolosi fai da te

Migration

di Federico Mereta

Allergia, ma non solo. Dietro a una crisi d’asma, con la classica fame d’aria e la sensazione di non poter respirare, in primo piano c’è sicuramente una reazione allergica da pollini, acari, forfora, peli degli animali domestici e alimenti. Ma fate attenzione alle infezioni virali dell’apparato respiratorio, come un semplice raffreddore, che sono la causa più frequente di esacerbazioni, così come a volte l’esercizio fisico e il freddo possono aggravare l’asma o causare una crisi. E non dimenticate che anche alcuni farmaci possono, nelle persone predisposte, dare il via ai problemi.

"L’importante è sapere che l’asma è una patologia cronica e infiammatoria molto diffusa, ma sottodiagnosticata: spesso i sintomi soprattutto nella fase iniziale sono molto sfumati, come la tosse secca accessionale con respiro sibilante alla fine degli accessi, il saltuario senso di costrizione al torace fino a veri e propri episodi di broncospasmo – spiega Francesca Puggioni, caposezione ImmunoCenter e pneumologa del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergologia, Humanitas Research Hospital -. Ma soprattutto bisogna dimenticare che si tratta di una patologia cronica per cui, fatta la diagnosi, occorre solo seguire la solita terapia. Il controllo della patologia se non si ha uno specialista al fianco è spesso difficile, con il risultato che ‘si vive a metà’, si rinuncia magari allo sport o si limitano le possibilità di stare con gli amici, magari perché occorre fare uno sforzo di cui si ha paura, quando non dovrebbe proprio essere così". L’aderenza al trattamento è un fattore chiave per dominare il quadro. L’infiammazione, anche se non si manifesta, è presente e questo spiega perché occorre continuare con le cure prescritte anche quando non ci sono sintomi. Eppure accade ancora, e non si capisce perché, che le persone lascino da parte i ‘puff’ per la paura dei derivati del cortisone, ma è un timore immotivato. E poi ci si dimentica la terapia, magari si evita di farla in vacanza, si modifica quanto prescritto perché si pensa di averne meno bisogno se non ci sono sintomi seri. Ed è un errore perché lo specialista può offrire un trattamento mirato caso per caso, anche nelle forme più impegnative. Ci sono casi infatti in cui le crisi acute sono frequenti, la qualità di vita peggiora costantemente e si rende necessario assumere il cortisone anche per bocca o per via iniettiva, sino al punto di doversi recare al pronto soccorso. In questi casi si parla di asma grave.

"Molte persone che soffrono di asma grave tendono a sottovalutare la propria patologia, intervenendo spesso con cicli di corticosteroidi che, non solo non controllano l’infiammazione, ma spesso producono seri effetti collaterali anche permanenti", commenta la Puggioni. Le conseguenze sono riacutizzazioni sempre più frequenti e un rimodellamento delle vie aeree che, a sua volta, comporta una riduzione permanente della funzione polmonare e nuovi attacchi sempre più frequenti e gravi. Un controllo precoce e prolungato dei sintomi è quindi necessario per interrompere questo circolo vizioso che porta all’insufficienza respiratoria e alla perdita di controllo sulla propria vita.

I progressi della ricerca scientifica sull’asma hanno consentito di determinare come, nel 50-70 per cento dei casi, alla base delle forme gravi vi sia un’infiammazione dovuta alla reazione del sistema immunitario a fattori scatenanti, quali allergeni, virus o batteri e che determina la gravità e la persistenza dei sintomi dell’asma. Si è inoltre compreso che la stessa infiammazione di tipo 2 è la causa sottostante di altre patologie che spesso coesistono nel paziente con asma grave, come dermatite atopica, rinosinusite cronica con poliposi nasale, ed esofagite eosinofila, comorbilità che aggravano ulteriormente il quadro clinico del paziente con asma. Come comportarsi? Prima di tutto lo specialista deve fare la diagnosi di forma grave, poi si può puntare su trattamenti su misura. Poter controllare l’infiammazione grazie a nuove terapie mirate – i cosiddetti farmaci biologici – ci mette in condizione di controllare tutti e tre i fenotipi di asma grave oggi conosciuti: allergico, eosinofilico e il fenotipo misto, che si ha quando ci sono due fenotipi nello stesso paziente. Fondamentale è l’approccio multidisciplinare: il paziente grave deve avere le cure specialistiche di più professionisti che lavorano in team con lui.