Ansia? Emozioni e pensieri si possono scegliere. Il segreto del monaco che visse felice

Diciassette anni da adepto buddista nella foresta, dopo una carriera da manager. Poi il ritorno alla vita attiva e la lezione della leggerezza

Il monaco buddista svedese Bjorn Natthiko Lindeblad

Il monaco buddista svedese Bjorn Natthiko Lindeblad

“Non credo più a tutto quello che penso”. Nell’apparente contraddizione, c’è tutta la filosofia di vita di Bjorn Natthiko Lindeblad, il monaco buddista svedese che è stato chiamata in tutto il mondo, da aziende, circoli e istituzioni, a spiegare l’arte di vivere con leggerezza. E di combattere l'ansia e la depressione senza farmaci, ma con l'amore di sé e quello verso gli altri, Perché per Bjorn, prendersi una pausa dai pensieri assillanti e ossessivi è la prima tappa del cammino verso la libertà.

La sua è una storia quasi incredibile, che ha raccontato nel libro “Il monaco che non voleva avere ragione”, besteseller internazionale pubblicato in Italia da Vallardi, pochi mesi dopo la sua morte felice. Una vita fermata soltanto dalla Sla. Un racconto appassionante, la cui tesi di fondo è comune anche a molti discepoli di Jung: la sola via è accogliere i pensieri cupi e portarli alla luce, senza credere al loro contenuto. “Possiamo scegliere su cosa concentrarci, quando tutto va per il peggio”, come insegnava il Buddha.

Facile a dirsi, obietterà qualcuno, ma è lo stesso Bjorn ad ammettere la difficoltà. E per superarla, il monaco prende per mano chi lo segue e lo accompagna nella strada per la leggerezza attraverso il racconto della propria stessa esperienza. Al culmine di una carriera da manager, infatti, decide di lasciare tutto e vivere senza soldi, sesso, tv, alcol e comodità come eremita, o quasi, nella giungla thailandese. Lo farà per diciassette anni,fino a quando l’insorgere della malattia non lo costringerà a deporre il saio e a tornare in Svezia. Ma molto più ricco.

Di quella che, in particolare, lui chiama la consapevolessenza. La fiducia nelle proprie qualità e negli altri. “Devi sempre cominciare da te”, suggerisce, “e imparare il più grande dei sentimenti, la compassione, anche per te stesso”. Una vita non facile, nella quale vorrà accompagnare anche il proprio padre in Svizzera, per il suicidio assistito, dopo una malattia inguaribile. Ma sono proprio queste le pagine più struggenti e incantevoli della vita di Bjorn, quelle in cui ci racconta, con le immagini più poetiche, cosa significhi fare veramente la pace con sé.

Con una consapevolezza, che sintetizza il punto di partenza per evitare un clamoroso errore: “Il pensiero più dannoso? Io potrei essere diverso”.