Arese, l'assessore Ioli e un ospite sempre più scomodo

La Lega chiede le dimissioni dell’assessore che accoglie in casa un rifugiato somalo costretto ai domiciliari

L’assessore all’Urbanistica Enrico Ioli ha ospitato il giovane anche prima dell'arresto

L’assessore all’Urbanistica Enrico Ioli ha ospitato il giovane anche prima dell'arresto

Arese (Milano), 13 giugno 2020 - Il caso del rifugiato ai domiciliari a casa dell’assessore scuote la città e, si fa politico. "Una scelta personale che nulla c’entra con l’amministrazione comunale", dichiara, invece, Enrico Ioli, assessore con deleghe all’Urbanistica di Arese, finito nella bufera. Ha dato nel 2018 e sta dando ospitalità (da dicembre scorso) a un rifugiato somalo, di 30 anni fuggito dai lager libici, arrestato a maggio scorso a Cinisello Balsamo accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Italia, Svizzera e Austria.

Insieme a lui sono stati arrestati un connazionale e altri due etiopi al centro di un’inchiesta della Dda di Bologna e della Digos, che avrebbe documentato l’esistenza di un network internazionale per la raccolta di fondi destinati a gruppi terroristici islamici. Denaro che sarebbe poi finito ai terroristi di Al Shabaab e Onlf gruppi attivi nel Corno d’Africa. Al Shabaab, tra l’altro, è l’organizzazione jihadista protagonista del sequestro di Silvia Romano, la cooperante milanese rapita in Kenya nel 2018 e rilasciata dopo un anno e mezzo.

"Dimissioni immediate. Il reato di cui dovrà rispondere il somalo che viene ospitato dall’assessore è gravissimo. Perché l’assessore ha scelto di ospitarlo a casa sua? Perché la maggioranza ha tenuto tutto sotto coperta?" la chiosa di Vittorio Turconi, capogruppo consiliare del Carroccio. La Lega di Arese chiederà la consegna delle deleghe di Ioli al prossimo consiglio comunale, la prima data raggiungibile è il 23 giugno, ma il dibattito partirà il 18 in occasione delle riunione dei capigruppo. "Ioli nel 2018 aderiva a un progetto di ospitalità della Caritas e oggi? L’ipotesi di reato per il somalo che ospita si inserisce in una indagine di antiterrorismo", insiste Turconi.

"Chiederanno le mie dimissioni? Il ragazzo sarà giudicato in un tribunale, per me deciderà la sindaca in consiglio comunale" replica Ioli. Sulla vicenda resta il riserbo dell’amministrazione guidata dalla sindaca Michela Palestra. Un silenzio che sarà rotto presumibilmente davanti al consiglio comunale. Intanto prende voce il Pd cittadino. "Il direttivo del Partito Democratico di Arese si schiera unito a sostegno di Enrico Ioli e della sua grande generosità d’animo - scrivono dalla sede di via Caduti i democratici -. Purtroppo, come puntualmente accade, la Lega coglie ogni occasione per tentare di lucrare politicamente sul tema della sicurezza, senza tener conto dei fatti e delle persone che ci sono dietro. Questa vicenda invece merita il rispetto e l’attenzione di tutta la cittadinanza. La scelta di Enrico e della sua famiglia rappresenta infatti un modello per tutti noi. Un esempio concreto di generosità e apertura, condotto con discrezione e grande disponibilità personale. Siamo e saremo sempre a fianco di Enrico". E concludono: "Tutta questa vicenda avviene sotto la supervisione dei competenti organi di Giustizia".