Lainate, niente tuffi: "I canali non sono l’Idroscalo"

L’appello di Comune, Consorzio Villoresi e Parco Lura: le acque sono pericolose. E poi si compromette la biodiversità

Madre e figli nel laghetto Rosa Camuna

Madre e figli nel laghetto Rosa Camuna

Lainate (MIlano), 1 agosto 2020 - «Acque pulite, ma pericolose". Comune di Lainate, Consorzio Villoresi e Parco Lura lanciano l’allarme: "Non tuffatevi nei canali. Su tutta la rete c’è il divieto di balneazione". L’appello arriva dopo che nei giorni scorsi sui social è stata pubblicata una foto scattata al Laghetto della Rosa Camuna a Lainate, dove a non rispettare il divieto era una mamma con i suoi bambini. Il più piccolo a mollo con tanto di salvagente. "Molto spesso l’area attorno al laghetto, gestita dal Parco Lura, viene scambiata per l’Idroscalo - conferma Maurizio Lui, assessore all’Ambiente -. Si tratta invece di un’oasi di biodiversità. Questa zona non è stata attrezzata dal Parco Lura con panchine e cestini proprio per questo motivo. I cittadini sono liberi di andare in bici, correre, ammirare piante e fiori, ma tutti devono preservare anche la natura e non nuotare nel laghetto".

"Oltre a essere pericolosa, la balneazione rende vano il processo di rinaturalizzazione in atto - ribadisce il direttore del Parco Lura, Francesco Occhiuto -. Si tratta di un’area umida, dove nidificano una serie di uccelli e anfibi. Un comportamento non educato a livello ambientale crea problematiche difficili da rimediare. In molti purtroppo portano anche i cani a fare il bagno".

I divieti sui canali segnalano la pericolosità della balneazione non tanto per la cattiva qualità delle acque, ma per la presenza di forti correnti, oltre a bocche di derivazione e a sponde che non agevolano la fuoriuscita. L’ultimo tragico evento si era consumato nel 2018, nel tratto del canale Villoresi che passa sotto la stazione Parco Groane a Garbagnate: qui un ragazzino di 11 anni ha perso la vita dopo un tuffo mortale in compagnia degli amici. Una tragedia dimenticata troppo in fretta.

Anche in questi giorni, infatti, passando in quel tratto è difficile non incorrere in bagnanti e famiglie che prendono il sole. "Durante i mesi estivi la balneazione nei canali rappresenta una problematica costante che il solo controllo effettuato dal personale consortile non può garantire, se si considera la lunghezza del vasto reticolo gestito - dichiara il direttore generale del Consorzio Est Ticino Villoresi, Laura Burzilleri -. In diverse occasioni si è cercato il coinvolgimento delle forze di polizia locale per consentire forme di vigilanza più sistematiche. Non possiamo che ribadire con forza, ancora una volta, quanto la balneazione nelle acque dei reticoli artificiali sia assolutamente pericolosa, appellandoci al buon senso dei cittadini".