Arese, staminali dei bebè sparite: genitori a raduno

La banca svizzera Cryo-Save per la crioconservazione dei cordoni ombelicali è fallita: ad Arese arrivano da tutta Italia le famiglie coinvolte

Massimiliano Seregni

Massimiliano Seregni

Arese (Milano), 4 novembre 2019 - "Caos staminali". Sono oltre 330mila le persone, di cui 15mila in Italia, che hanno affidato alla svizzera Cryo-Save le cellule staminali dei figli ricavate dal cordone ombelicale. Un patrimonio genetico immenso, la società avrebbe però trasferito i campioni apparentemente in Polonia, senza informare i clienti. Che fine hanno fatto? Per fare il punto i genitori di mezza Italia si raduneranno ad Arese per una Tavola rotonda in auditorium Aldo Moro il 10 novembre (ore 10.30, via Varzi 13). Ad organizzarla c’è Massimiliano Seregni, avvocato aresino, fra le famiglie vittime della vicenda, insieme al gruppo Facebook Genitori-CryoSave, nato per far luce sulla “scomparsa“ delle cellule staminali crioconservate dalla Cryo-Save, la banca di staminali fallita.

Gli organizzatori annunciano la presenza dell’amministratore delegato di Pbkm (la più grande banca di cellule in Europa), multinazionale che il 1° luglio ha dichiarato di aver trasferito a Varsavia (da Belgio, Svizzera e Germania) una parte di quel patrimonio. Parteciperanno tecnici dei laboratori svizzeri e polacchi, il ceo di Famicord Italia (gruppo Pbkm).

Seregni al momento della nascita della figlia ha deciso di affidarsi alla società privata svizzera per la conservazione autologa del cordone ombelicale. Ma ora non sa dove si trovino le cellule staminali della sua primogenita. «Ad oggi non abbiamo notizie certe – dice Seregni –. Molti dei contatti dei futuri genitori come me, interessati alla cryo-conservazione, sono avvenuti nelle strutture ospedaliere dove sono nati i nostri figli. Sull’opuscolo si leggeva: “Conservare le cellule staminali del cordone ombelicale, un’opportunità unica nella vita“. Come dire di no? Le staminali hanno la capacità di produrre diversi tipi di cellule specializzate. Gli impieghi medici per lo sviluppo di cure per gravi malattie sono evidenti e collegati ai progressi della scienza. La società si presentava come leader europea nel settore e vantava collaborazioni con prestigiose università, offrendo i suoi servizi in 40 paesi di 4 continenti».

Le cellule prelevate in sala parto erano subito trasferite ai laboratori fuori dell’Italia. In seguito Cryo chiedeva per la conservazione ventennale duemila o tremila euro. «Abbiamo scelto di non buttare le staminali dei nostri figli, non le abbiamo vendute né regalate. Abbiamo pagato una società, presentata nelle strutture ospedaliere, per conservarle. Certo, qualcuno ha creato un business: i 300mila campioni, a duemila euro cadauno, portano a un fatturato teorico di 600 milioni». Come sono state trasferite le staminali? Dove sono? Che fine faranno? «Insieme a tanti familiari coinvolti – aggiunge Seregni – stiamo cercando, con fatica, di fare chiarezza, non per denaro (a nessuno interessa l’eventuale perdita dei soldi spesi), la questione è etica e morale». La vicenda è al centro di denunce in molti Paesi europei. L’ ipotesi è di violazione della legge sui trapianti, il timore è che le staminali siano state commercializzate. I genitori chiedono l’intervento della magistratura, del garante per la privacy, del ministero della salute e dei mass media.