Settimo, un migliaio al rave party: un ricovero

Un ragazzo straniero di 25 anni è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Carlo di Milano

Un rave party in un'immagine di repertorio

Un rave party in un'immagine di repertorio

Settimo Milanese (Milano) 22 gennaio 2018 - Ancora una volta l’area industriale di Settimo Milanese è stata invasa sabato notte da un migliaio di giovani che hanno partecipato a un rave party illegale. Un ragazzo intossicato da un mix di alcol e droga è stato ricoverato. Organizzato in Rete, secondo le prime informazioni dal noto gruppo «Proprietà Pirata Riot Club», il rave in poche ore ha portato nel capannone dismesso di via Assiano 3, ex falegnameria, centinaia di giovani provenienti da tutta la Lombardia. 

Il copione è sempre lo stesso: musica ad altissimo volume, droga e alcol a fiumi. La musica ha svegliato moltissimi residenti che hanno allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Rho, i militari hanno presidiato la notte e per l’intera giornata di domenica il capannone per evitare che accadesse il peggio. Impossibile lo sgombero di una fiumana di giovani ubriachi e storditi dall’uso di sostanze stupefacenti.

Un ragazzo straniero di 25 anni è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Carlo di Milano. Il giovane è stato soccorso in via Assiano ieri verso le 16.30. L’allarme è scattato quando ha perso conoscenza ed è stato allertato da alcuni amici il 118 che lo ha trasportato d’urgenza in ospedale. I primi hanno lasciato l’ex falegnameria nel pomeriggio di domenica, l’evento è così pian piano scemato e il deflusso dei partecipanti è stato regolare. I carabinieri hanno identificato molti dei partecipanti, mentre la proprietà dell’area ha già depositato una querela per invasione abusiva degli spazi e molti dei ragazzi saranno denunciati.  A Settimo sale la preoccupazione: «È il terzo rave in poco tempo – si legge sui social – Aspettiamo il quarto con qualche zombie vagante investito da un’auto, o qualche strafattone al volante che causa un incidente stradale. Solo dopo il prefetto si muoverà. Per prevenire si deve adoperare il sindaco, facendo le dovute pressioni sulla Questura».