Settimo, ai domiciliari il piromane di Vighignolo

Il 50enne ha problemi psichici ma la decisione inquieta i residenti

Uno dei blitz incendiari

Uno dei blitz incendiari

Settimo Milanese (Milano), 29 settembre 2018 - Resta a casa ma agli arresti domiciliari il piromane di Settimo Milanese.  Il provvedimento è stato firmato dal giudice del Tribunale di Milanese e notificato nelle scorse ore dai carabinieri della Compagnia di Rho all’interessato. Cinquantenne, italiano, pregiudicato, con problemi psichiatrici, il 23 luglio scorso aveva confessato di essere il responsabile degli incendi che dal 13 aprile al 20 luglio hanno completamente distrutto 25 automobili a Vighignolo, frazione di Settimo Milanese, dove vive. Denunciato per incendio doloso plurimo e continuato, il piromane era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Passirana di Rho in attesa che l’autorità giudiziaria decidesse quale misura cautelare applicare nei suoi confronti. Il suo ricovero era durato cinque giorni, poi era rientrato a casa in attesa delle decisione del provvedimento del giudice che finalmente è arrivata, sollevando però nuove preoccupazioni.

Depresso, con problemi psichici e già in cura in una struttura sanitaria, le condizioni del piromane sembrano incompatibili con il carcere e così è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. Una decisione che fa discutere i vicini di casa e soprattutto quanti hanno subito il danneggiamento della propria macchina per colpa sua. Il piromane infatti ha appiccato i roghi nel quartiere dove vive: via Airaghi, via Aldo Moro e via Don Minzoni. Gli abitanti di Vighignolo si aspettavano un provvedimento più severo. «Quando lo abbiamo visto rientrare a casa dopo pochi giorni dal suo fermo abbiamo avuto paura - commenta un residente - oggi sapere che è agli arresti domiciliari non ci fa stare meglio. Può comunque uscire di casa anche se ci sono i controlli dei carabinieri». Il piromane era diventato l’incubo per i residenti nella frazione di Settimo Milanese. Secondo quanto ricostruito e confermato dal 50enne, agiva armato di accendino, forzava la portiera o rompeva il finestrino dell’auto e poi appiccava il fuoco a quello che trovava all’interno, in genere quasi sempre alla tappezzeria. Un gesto compulsivo del quale non ha saputo dare spiegazioni.

IL primo episodio il 13 aprile, quando a bruciare era stata una sola macchina, così come il 24 aprile. Il fatto più grave nella notte tra il 27 e 28 maggio: all’1.30 aveva completamente distrutto cinque auto e tre ore dopo altre nove. L’8 giugno erano state quattro le vetture devastate dalle fiamme appiccate dall’uomo, che il 13 luglio aveva bruciato altri due veicoli e il 20 luglio altre tre. Il piromane ha ammesso tutto aggiungendo, «io bruciavo una sola auto», come a dire che non è stata colpa sua se le fiamme hanno raggiunto e danneggiato le altre macchine parcheggiate accanto.