Senago, spara alla moglie e tenta di uccidersi

Morta la donna di 80 anni, il marito è in coma

Una pattuglia dei carabinieri davanti al palazzo di via Treviso

Una pattuglia dei carabinieri davanti al palazzo di via Treviso

Senago (Milano), 30 settembre 2018 - Ci ha riflettuto. Lo ha pianificato. Lo ha scritto e poi fatto. Ha ucciso la moglie, già sofferente, nel letto coniugale. Poi ha rivolto la pistola contro se stesso. E ha sparato ancora, senza però portare a termine del tutto il suo piano. Giuseppe Moia, 81 anni, adesso è ricoverato, in coma, in ospedale. In pericolo di vita.

Niente da fare invece per Luisa Valli, 80. Il dramma della disperazione è andato in scena ieri mattina a Senago, in una modesta palazzina a tre piani di via Treviso 18. Movente, messo nero su bianco dall’anziano, la stanchezza di affrontare la quotidianità e la malattia della moglie: «Non ce la faccio più, meglio farla finita», è quanto ha scritto nel biglietto lasciato all’interno dell’abitazione. Intorno alle 10, Moia entra in azione. Prende la sua pistola calibro 22, regolarmente detenuta e posta in un cassetto. È carica. Va in camera da letto. Qui spara due colpi alla testa della moglie, che non ha modo di reagire. Poi cerca di mettere in atto la seconda fase della tragedia. Spara ancora, nella direzione opposta, e stramazza a terra. Una vicina sente le esplosioni. Sul momento non capisce bene cosa possa essere successo, poi si insospettisce. Si dirige molto preoccupata verso la porta dei due coniugi. Suona. Ripetutamente. Invano. La porta è socchiusa. Entra e trova la scena agghiacciante. Allerta subito i soccorsi. Sul posto si fiondano una ambulanza, un’automedica, i carabinieri della stazione di Senago e della compagnia di Desio. La situazione è evidentemente drammatica. Il sangue dappertutto. Per la donna, i soccorritori non possono fare altro che constatare il decesso. Il cuore dell’uomo invece batte ancora. Lo trasportano a sirene spiegate al Niguarda. Le sue condizioni però sono disperate. I militari avviano le indagini per cercare di ricostruire quanto accaduto. Ascoltano le testimonianze dei vicini. Dei parenti, che accorrono sconvolti.

Pochi dubbi sulla dinamica: l’episodio viene presto classificato come omicidio-suicidio, per ora solo tentato. A svelare i motivi, ecco il biglietto trovato nella stanza, scritto dall’anziano. Ne emerge il quadro di una grande stanchezza, resa sempre più difficile da affrontare per i problemi di salute della moglie, che era appena stata ricoverata una settimana in ospedale. Nelle poche righe anche la richiesta di essere cremati insieme. Adesso è ancora presto, però: i medici dell’ospedale milanese stanno cercando di fare il possibile per salvare Giuseppe Moia. In queste ore procederanno comunque gli accertamenti da parte dei carabinieri per delineare ancora con più precisione il quadro della tragedia.