Pronto soccorso di Rho, la polemica a distanza

Un lettore denuncia la mancata applicazione delle misure anti-Covid ma l’ospedale replica: controlli sempre rigorosi

L'area del triage al pronto soccorso di Rho

L'area del triage al pronto soccorso di Rho

Rho (Milano), 8 luglio 2020 - "Sono stato con mia madre al pronto soccorso dell’ospedale di Rho ed ho potuto vedere una situazione incresciosa in tempi di pandemia, a parte la cronicità delle problematiche a partire dai tempi di attesa, ai parenti dei pazienti non viene misurata la temperatura corporea, sono costretti a stare in una stanza molto piccola dove addirittura nei sedili non vi è neppure segnaletica per distanziamento, oppure fuori in piedi per ore in attesa nell’area dove arrivano le ambulanze, quindi con problemi di sicurezza. La situazione francamente mi è parsa molto scadente, si poteva forse dedicare piu’ attenzione a questi aspetti visto che la pandemia sembra averci concesso una tregua". E’ la mail di protesta che ci ha inviato un cittadino rhodense. Nei giorni scorsi ha accompagnato la mamma al pronto soccorso: all’ingresso del dipartimento nessuno gli avrebbe misurato la febbre, contrariamente a quanto annunciato dall’Asst Rhodense che ha affidato questo servizio all’Agenzia Interinale Termporary Spa per un costo di 380.000 euro.

«Ci sembra un fatto anomalo quello raccontato perché tutti gli accessi all’ospedale rhodense, a quelli di Garbagnate Milanese, Passirana, al Pot di Bollate e ai distretti di Arese e Paderno Dugnano, sono presidiati dal personate incaricato, dalle 6 alle 22, con il compito di misurare la temperatura corporea - replica Giuseppe De Angelis, Direttore del dipartimento di Medicina e Riabilitazione dell’Asst Rhodense e primario di cardiologia - da giorni l’afflusso al pronto soccorso è aumentato e quindi siamo molto rigorosi.

Quando il paziente arriva viene sottoposto immediatamente al triage, gli viene assegnato il codice e viene messo in isolamento. I pazienti che necessitano di ricovero vengono anche sottoposti al tampone, il nostro laboratorio ci fornisce i risultati entro un paio di ore. Sono tre-quattro settimane che i risultati sono tutti negativi, non abbiamo avuto nessun paziente contagiato. Per quanto riguarda i famigliari che li accompagnano l’invito è quello di attendere fuori dal pronto soccorso, indossare la mascherina e rispettare le misure di distanziamento sociale. Loro non possono accedere alle sale visite e ambulatori e nel caso ce ne fosse bisogno vengono controllati, come viene fatto per accedere ai reparti". Massimo rispetto dei Protocolli regionali dunque soprattutto in queste prime settimane di post lockdown. La riapertura dell’attività ambulatoriale e ospedaliera infatti ha determinato un aumento del flusso degli utenti ma la sicurezza viene prima di tutto.