Pero (Milano), 30 luglio 2020 - Medici di famiglia in via d’estinzione anche a Pero e frazioni. A Cerchiate i cittadini si mobilitano contro il vuoto di assistenza medica di base con cui dovranno fare i conti da qui a settembre. Domani, infatti, appenderà il camice al chiodo la dottoressa Trevisan. Nei mesi scorsi è andato in pensione il dottor Rossi, mentre la dottoressa Chizzini il 20 giugno ha chiuso l’ambulatorio di Pero e riceve solo a Rho. Infine a settembre sarà la volta del dottor Piarulli di andare in pensione.
Il conto è presto fatto: i medici che nel giro di pochi mesi avranno smesso di lavorare saranno tre "per un totale di 4.000/4.500 pazienti da ricollocare", lamentano gli assistiti. "Il pensionamento della dottoressa Trevisan lascia molti di noi senza medico e ci obbliga a sceglierne uno a Rho, scomoda da raggiungere soprattutto per anziani, disabili e chi non ha mezzi di trasporto. É una grave ingiustizia e un sopruso", dice Patrizia Vilardo che via social ha raggruppato in un sol giorno una cinquantina fra i cittadini scontenti e arrabbiati. "L’obiettivo è ottenere la nomina immediata di un sostituto da sabato fino a fine settembre".
Una corsa contro il tempo. Ieri, accompagnata da 50 firme, è partita la lettera indirizzata al sindaco e al Dipartimento di Cure Primarie di Ats Milano. "Penso si debba fare qualcosa per ottenere che venga nominato un sostituto che eserciti a Cerchiate e Cerchiarello, e perché venga riconosciuto il nostro diritto di avere un medico sul territorio. Per ottenere qualcosa noi cittadini dobbiamo muoverci e agire insieme", aggiunge Vilardo annunciando prossime iniziative.
«Tutto questo accade in un fine luglio ai tempi del Covid con tutte le limitazioni del caso: più difficile spostarsi e gli appuntamenti al Cup per il cambio del medico in via diretta vengono fissati a fine agosto. Una triste congiuntura che aggrava disagio e problemi che, come sempre, ricadono sui più deboli. La Regione continua a ignorare le segnalazioni che dal territorio ripetutamente sono state presentate, questo ci spinge ancora di più a non lasciare cadere la questione e a lottare per vedere riconosciuti i nostri diritti alla salute e alla cura, in prossimità delle nostre case e da medici di fiducia. In attesa di risposte dalle istituzioni il tamtam sui social e fra la gente continua", assicura Vilardo.