Promoter uccisa, Clericò: "L'ho ammazzata perché in un sogno minacciava di soffocarmi"

Il 65enne reo confesso, interrogato in procura a Busto Arsizio, riferisce i dettagli del delitto

Vito Clericò in Procura scortato dagli agenti della Penitenziaria (Newpress)

Vito Clericò in Procura scortato dagli agenti della Penitenziaria (Newpress)

Garbagnate Milanese, 19 dicembre 2017 - Vito Clericò, il 65enne di Garbagnate Milanese in carcere dallo scorso settembre con l'accusa di aver ucciso e decapitato Marilena Rosa Re, promoter di 58 anni di Castellanza (Varese), è sotto interrogatorio questa mattina a Busto Arsizio davanti al pm Rosaria Stagnaro perché, dopo diverse versioni rese nel tempo, ha deciso di spiegare come e perché avrebbe ucciso la 58enne. A renderlo noto è l'avvocato Daniela D'Emilio, sua difensore insieme al collega Franco Rovetto.

Clericò, accusato di aver ucciso Marilena per un prestito non restituito di circa 80mila euro, ha invece detto di averla ammazzata "per un sogno", sogno per cui ha "perso la testa" e l'ha fatta a pezzi. Questo, in sostanza, è quanto dichiarato da Clericò secondo l'avvocato Daniela D'Emilio. L'uomo avrebbe spiegato al pm Rosaria Stagnaro e ai carabinieri "di aver sognato Marilena che lo minacciava di soffocarlo se avesse parlato, ma non sappiamo a cosa si riferisse", la notte prima del delitto. Dopo averla raggiunta a casa sua a Castellanza, Clericò sostiene di averle telefonato per farla uscire di casa per poi portarla nel suo orto di Garbagnate, dove l'avrebbe colpita ripetutamente alla nuca con un tubo di ferro, dopo che Marilena era "inciampata da sola". Per fare a pezzi il suo cadavere, "partendo dal ginocchio", il 65enne avrebbe usato un falcetto. Successivamente l'avrebbe decapitata, tornando in un secondo momento a prelevare il cranio della donna.